Tutela del patrimonio arbërëshë: a Civita il presidente Meta per salvaguardare usi e costumi
Far conoscere il patrimonio arbërëshë, saldare i legami tra Italia ed Albania e dare il giusto riconoscimento alla minoranza linguistica. Questo il sunto della visita istituzionale del presidente albanese Ilir Meta, che quest’oggi ha partecipato al rito delle Vallje a Civita ed a Frascineto, dove è stato accolto dai rispettivi sindaci Alessandro Tocci ed Angelo Catapano, ed accompagnato dal Prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella e dalla presidente della Provincia di Cosenza Rosaria Succurro.
Una nutrita folla di persone ha sfidato il vento per scattare una foto al presidente, che non si è sottratto a selfie ed a dirette video nonostante le misure di sicurezza del caso. Ad allietare l’arrivo di Meta diversi gruppi di musica tradizionale vestiti con gli abiti tipici dei rispettivi paesi di provenienza, che ne hanno salutato l’arrivo suonando ed intonando canti in lingua.
È stato poi il sindaco di Civita ad evidenziare che certi canti e certi balli sono oramai scomparsi anche in Albania, mentre si sono preservati nella tradizione locale che è stata in grado di custodirli e tramandarli nel tempo. Affermazione che ha trovato l’approvazione di Meta, che nel corso del suo intervento ha ribadito il legame antico che collega l’arbéria al paese delle aquile, ancora vivo nella lingua e nei riti, sia di natura popolare che religiosa.
L’occasione è servita per avanzare una serie di richieste al governo regionale e nazionale. “Noi vogliamo essere l’Albania d’Italia” ha affermato il sindaco Tocci, chiedendo una applicazione più rigorosa della legge sulle minoranze linguistiche. L’arbërëshë infatti è già riconosciuto dalla legge 482 del 1999 e da una successiva legge regionale, ma l’idea dei sindaci albanofoni è quella di una equiparazione come nel caso del friulano, del sardo o delle lingue germaniche.
Idee che hanno trovato il sostegno del presidente Meta, che ha colto l’occasione per ricordare quanto già fatto per valorizzare il legame con gli arbërëshë e dettare alcune linee guida per il futuro. Si intende infatti rafforzare gli scambi culturali con i territori interessati, al fine di promuovere gli arbërëshë non solo come patrimonio nazionale Italiano, ma anche Albanese. Tutelare la lingua, i costumi, le tradizioni come le Vallje e le Ridde: è lo stesso Meta ad avanzare la proposta di elevarli a patrimonio immateriale dell’Unesco per via della loro unicità.
Un percorso condiviso anche dal Prefetto, che nel corso del suo intervento ha rimarcato l’importanza delle identità popolari e della multiculturalità che contraddistingue la provincia cosentina e la Calabria. Proposte dunque altamente condivise a livello istituzionale, alle quali dovranno seguire una serie di progetti da mettere in pratica concretamente sul territorio.