Tentò di uccidere l’ex moglie dandole fuoco, condanna confermata in Appello

Reggio Calabria Cronaca
L'auto in fiamme e a destra Ciro Russo

La Corte di Appello di Reggio Calabria ha confermata la condanna a 18 inflitta in primo grado, nel luglio del 2020 (QUI), a Ciro Russo, accusato di aver tentato di uccidere l’ex moglie dandole fuoco a Reggio Calabria, aggiungendovi altri otto mesi per la continuazione con una condanna per maltrattamenti nei confronti della coniuge subita in passato.

La decisione è arrivata al termine della camera di consiglio in cui i giudici hanno accolto la richiesta del procuratore generale Gerardo Dominijanni e del sostituto pg Francesco Tedesco.

La vicenda risale al 12 marzo del 2019 (QUI): Russo, che avrebbe dovuto trovarsi ai domiciliari ad Ercolano, in Campania, raggiunse in auto la città dello Stretto per incontrare la sua ex, Maria Antonietta Rositani (QUI) in via Frangipane, nei pressi del liceo artistico.

Raggiunto il luogo, però, aprì lo sportello dell’auto su cui era salita la vittima, vi versò del liquido infiammabile all’interno e poi gli appiccò fuoco.

Rositani, che uscì dal mezzo avvolta dalle fiamme gettandosi in una pozzanghera, mentre l’ex marito le gridava “devi morire”, subì delle ustioni gravissime, e fu costretta al ricovero per oltre dieci mesi nel centro grandi ustionati del policlinico di Bari. Russo venne invece arrestato dalla squadra mobile di Reggio Calabria fuori da una pizzeria dopo due giorni ricerche (QUI).

L’accusa gli contestò il tentato omicidio pluriaggravato, i maltrattamenti in famiglia, l’evasione dai domiciliari e anche l’uccisione di animali, ovvero del cagnolino della donna che si trovava allora nella vettura e che morì.