Caso Rositani. Diede fuoco all’ex moglie, condanna definitiva per Ciro Russo
La Corte di Cassazione ha confermato definitivamente la condanna a inflitta in Appello, a carico di Ciro Russo, il 46enne di Ercolano, nel napoletano, che nel marzo del 2019 diede fuoco alla moglie, Maria Antonietta Rositani, di 46 anni (QUI)
I giudici della Suprema Corte hanno disposto per l’uomo una riduzione della pena di dodici mesi rispetto a quanto deciso nel maggio del 2022 dalla Corte d'assise di Reggio Calabria (QUI): Russo che dovrà quindi scontare 17 anni e 8 mesi. Annullato inoltre il reato di maltrattamenti perché assorbito da quello di tentato omicidio.
I fatti contestati risalgono esattamente al 12 marzo del 2019 quando l’imputato, che avrebbe dovuto essere ai domiciliari ad Ercolano, raggiunse in auto la città dello Stretto - dove la vittima si era trasferita dopo la separazione - per incontrare l’ex moglie in via Frangipane, nei pressi del liceo artistico.
Raggiunto quel luogo, però, aprì lo sportello dell’auto su cui era salita Rositani, vi versò del liquido infiammabile all’interno e poi gli appiccò fuoco.
La donna a fu avvolta dalle fiamme subendo delle ustioni gravissime sul 50 per centro del corpo che la costrinsero ad un ricovero durato oltre venti mesi e a sottoporsi a decine di interventi chirurgici. Russo venne invece arrestato dalla squadra mobile di Reggio Calabria fuori da una pizzeria dopo due giorni ricerche (QUI).
L’accusa gli contestò il tentato omicidio pluriaggravato, i maltrattamenti in famiglia, l’evasione dai domiciliari e anche l’uccisione di animali, ovvero del cagnolino della donna che si trovava allora nella vettura e che morì.