Droga. Smembrata la “Raso & Co”: colpo al broker della ‘ndrangheta, 26 arresti

Calabria Cronaca

Sono 28 le persone coinvolte nell'operazione di questa mattina (LEGGI) che ha mobilitato oltre 200 agenti di Polizia in tutta Italia: sono tutti accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, ma anche di innumerevoli cessioni di ingenti quantitativi di droga, violazioni delle leggi in materia di armi, riciclaggio e reimpiego di denaro di provenienza illecita, rapina e ricettazione.

Si tratta di soggetti ritenuti vicini al boss di ‘ndrangheta Vittorio Raso, arrestato in Spagna ed attualmente in attesa di estradizione in Italia (QUI).

L'attività investigativa nasce nell’ottobre del 2019, quando su Raso - al tempo ancora ricercato - pendevano diversi provvedimenti cautelari per associazione a delinquere di stampo mafiosa finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

L’operazione di oggi, invece, è stata svolta dalla Polizia nelle province di Torino, Milano, Varese, Alessandria, Napoli ed Asti, dando seguito ad una ordinanza di misure cautelari emessa dal Gip del capoluogo piemontese.

In 26 finiscono così in arresto di cui venti in carcere e sei ai domiciliari mentre per altri due è scattato l'obbligo di dimora.

IL MONITORAGGIO DOPO LA SCARCERAZIONE

Dopo un primo arresto, il 10 ottobre 2020 (QUI), Raso venne scarcerato per un vizio di forma e riuscì a far perdere le proprie tracce. Tuttavia, l'attività di Polizia non si interruppe: oltre a ricercare attivamente il latitante, sarebbero emersi rilevanti indizi circa una “rigenerazione” dell'associazione criminale capeggiata dallo stesso, che - secondo l'accusa - sarebbe stata composta da vari sottogruppi che nel tempo sarebbero riusciti ad intensificare l'importazione di ingenti carichi di droga.

L'asse diretto tra Spagna ed Italia sarebbe stato gestito proprio da Raso che vivendo sul posto avrebbe svolto attività di brokeraggio per commercializzare la droga – in particolare marijuana, hashish e cocaina - in varie regioni italiane.

Un giro d'affari da diversi milioni di euro, gestito attraverso l’oramai noto metodo “hawala” per il riciclaggio ed il trasferimento di denaro.

IL TRASPORTO IN TUTTA ITALIA

Sempre nel corso delle indagini sarebbe emersa poi la capillarità con cui l'associazione riusciva a gestire il trasporto, la consegna e lo stoccaggio di stupefacente in tutta Italia.

Alla base di questa capacità organizzativa vi sarebbe la presunta collaborazione di Raso con alcuni elementi della criminalità pugliese e calabrese, grazie ai quali sarebbe riuscito a mettere in piedi una vera rete capace di effettuare consegne di narcotici con cadenza settimanale.

Ciò sarebbero stato possibile grazie alla disponibilità di strutture utilizzate per lo stoccaggio della merce, trasportata tramite numerosi mezzi allestiti con doppi fondi ed aperture elettriche praticamente invisibili ad occhi inesperti.

Tutto il gruppo, poi, si sarebbe avvalso di particolari telefoni criptati per le telecomunicazioni, acquistati all'estero e con sim di vari Paesi, al fine di eludere eventuali intercettazioni.

Sin dal primo arresto di Raso, sono stati sequestrati circa 800 chili di droga (tra marijuana, cocaina e hashish) assieme a due revolver, due mitragliatori, un fucile di precisione, dodici chili di esplosivi, centinaia di munizioni di vario calibro e banconote di vario taglio.

Già arrestate in precedenza altre 17 persone ritenute vicine al sodalizio, mentre su Raso - interessato da specifici mandati di arresto europei - pende una condanna definitiva da 17 anni di reclusione.