Dottori cubani in Calabria, Amalia Bruni: “Regione non vuole seguire procedure più lineari"
"Per avviare a soluzione la vicenda della Sanità in Calabria occorre programmazione, non soluzioni estemporanee e a effetto che in pratica rischiano di creare nuove difficoltà". E' quanto sostiene la consigliera regionale Amalia Bruni in merito all'arrivo di medici cubani in Calabria.
"L’accordo stilato dal Commissario Occhiuto - continua la Bruni - tra la Regione Calabria e l’agenzia interinale cubana per portare 500 medici dalle nostre parti (QUI) va in questa direzione. Voglio ribadire che contro i colleghi cubani, che ringrazieremo sempre per la loro disponibilità, non c’è nessuna preclusione, qui si tratta di una vicenda complicata, con implicazioni di vario genere, da quelle legate alla sicurezza dei pazienti e degli stessi operatori sanitari, a quelle più tecniche, in particolare legali.
Non si possono realizzare iniziative senza rispettare i protocolli imposti quando si parla di salute pubblica. Siamo sicuri che la strada maestra in questo caso fosse reclutare medici stranieri grazie a un DCA lacunoso che non fornisce tutti i dettagli ma che aumenta i dubbi sulla sua reale efficacia circa la possibilità di far lavorare colleghi stranieri su territorio italiano?
Qualche settimana fa ho presentato un’interrogazione con la quale chiedevo quanti fossero gli specializzandi reclutati e se si continuasse ad assumerne altri grazie alla normativa approvata proprio per venire incontro alle esigenze della nostra regione che ha un disperato bisogno di medici. Nessuno ci ha dato una risposta mentre l’Anaoo Assomed ha reso pubblici i dati relativi agli specializzandi del solo Germaneto.
Questi numeri dimostrano che con una saggia programmazione non ci sarebbe bisogno dei colleghi stranieri. È vero che è cambiata la normativa di accesso alle specialità e si includono specializzandi di altre regioni d’Italia che potrebbero non volere partecipare ma la Regione ha fatto una convenzione con Tor Vergata dove ci sono molti nostri studenti di medicina. L’annuncio della convenzione con i medici cubani ha avuto un effetto mediatico di grande impatto ma sul piano pratico temo si rivelerà un altro pasticcio del nostro Commissario.
Lo ripeterò fino alla noia, ci vuole programmazione e bisogna muoversi seguendo un progetto. Il problema emergenza urgenza si affronta aggiornando il contratto del 118 scaduto dal 2006 e non più appetibile, un miglioramento degli stipendi certamente aiuta e motiva i sanitari in trincea nei Pronto soccorso e, appunto, una saggia programmazione con la facoltà di medicina e più in generale stilando accordi con le Università (gli ospedali e i territori hanno bisogno di medici, professionisti sanitari di varie tipologie, psicologi, informatici, amministrativi, fisici e ingegneri biomedici) e un numero di borse serie può certamente portare ad un risultato apprezzabile.
Se la Regione Calabria avesse finanziato 50 borse di studio all’anno per le specialità carenti vincolandole a regole per trattenere qui i futuri specialisti con un investimento di dieci milioni di euro all’anno il problema sarebbe stato risolto.
Commissario Occhiuto deve pensare, come le abbiamo suggerito da tempo, a un grande piano formativo straordinario per tutte le professioni sanitarie a partire da quelle dei medici. Forse non avrà lo stesso impatto mediatico ma sicuramente le porterà la gratitudine dei calabresi per aver fatto qualcosa di utile”.