Funerali del comandante Mambor: a Crotone l’ultimo saluto ad un uomo perbene
Sono stati davvero in tanti a voler dare l’ultimo saluto nella chiesa di Santa Rita a Crotone al comandante provinciale dei Carabinieri, Gabriele Mambor, morto sabato per un malore durante un’immersione (QUI).
Talmente tanti che oltre alla chiesa, gremita in ogni ordine di posto, le persone hanno voluto manifestare la propria presenza sostando anche nello slargo antistante e sulle strade adiacenti.
A partecipare anche il procuratore capo della Dda, Nicola Gratteri, il procuratore di Crotone, Giuseppe Capoccia ed il presidente della Regione Roberto Occhiuto, così come molti rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, di ogni ordine e grado, con in capo il comandante generale Teo Luzi, oltre a rappresentanti delle altre forze dell’ordine e le autorità, con molti sindaci con la fascia tricolore, in testa quello di Crotone.
Primo cittadino crotonese che, per l’occasione, ha proclamato il lutto cittadino (QUI) e disposto un apposito piano per disciplinare il traffico nei pressi della chiesa, prevedendo, com’è stato, un grosso afflusso.
La salma del colonnello Mambor, rispettando i tempi della cerimonia di commiato, è entrata a Santa Rita poco prima delle 15, e le esequie sono iniziate in orario, presiedute dall’arcivescovo di Crotone, monsignor Angelo Raffaele Panzetta.
Ed è stato quest’ultimo, durante l’omelia, a tracciare un profilo del colonnello scomparso, che ha conosciuto personalmente e con il quale condivideva la passione per il mare e le immersioni.
L’arcivescovo ha ricordato di averlo visto e ricevuto durante le celebrazioni di San Dionigi a Crotone, e di aver colloquiato con lui insieme ad una giovane ufficiale dell’Arma appena giunta in città.
Si è rivolto, infine, alla famiglia di Mambor ed alle persone presenti nella chiesa per ricordare che il comandante ha operato alla ricerca della giustizia, che è la prima via per la carità.
Infine, monsignor Panzetta ha sottolineato la sua disponibilità verso gli altri, che gli è stata, a suo dire, confermata dalle molte testimonianze in tal senso ricevute dopo la sua morte.