L’escalation imprenditoriale all’ombra del clan? Per la Dda così i Berna hanno creato il loro “impero”
Per gli inquirenti sarebbero “imprenditori di riferimento” della cosca reggina dei Libri grazie al cui supporto in trent’anni avrebbero avviato delle fiorenti attività economiche; il tutto però grazie a capitali illeciti, riuscendo ad acquisire il controllo di un importante segmento dell’edilizia reggina, proiettando i loro interessi sia in Italia ma anche all’estero, negli Stati Uniti in particolare, e poi allargandosi ad altri e numerosi rami imprenditoriali: quello edile, immobiliare, dell’editoria, della ristorazione, l’assicurativo e finanche dei giochi e delle scommesse.
Il profilo ipotizzato dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina è quello dei due noti fratelli imprenditori reggini Francesco e Demetrio Berna (rispettivamente di 50 e 49 anni): il primo anni fa ha ricoperto la carica di presidente dell’Ance, l’associazione dei costruttori calabresi; il secondo è stato ex consigliere al Comune della Città dello Stretto.
Ad entrambe, stamani, la Polizia di Stato ha sequestrato beni per un valore stimato nella ragguardevole cifra di 45 milioni di euro (QUI).
I sigilli - disposti su proposta del Procuratore e del Questore reggini dalla Sezione Misure di Prevenzione del tribunale locale - hanno interessato in particolare società e quote sociali detenute dai due in diciotto aziende, di cui una in Florida (negli Stati Uniti), di una ditta individuale; e poi per dieci veicoli, 337 fabbricati, 23 terreni, oltre che per rapporti finanziari comunque a loro riconducibili.
I Berna nel 2019 furono raggiunti da un ordine d’arresto in carcere (QUI) e recentemente anche da una richiesta di rinvio a giudizio, poiché ritenuti appunto imprenditori che - come affermarono allora gli investigatori - avrebbero risposto “alle logiche ed alle strategie di sviluppo imprenditoriale pianificate dai vertici della cosca” Libri godendo anche dei finanziamenti occulti e delle protezioni derivanti dalla stessa ed assumendo così posizioni di grande rilievo nei loro settori.
L’inchiesta di quattro anni fa, chiamata in codice “Libro Nero” (QUI), avrebbe infatti svelato l’attività del clan per “acquisire la gestione o, comunque, il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici, per realizzare profitti o vantaggi anche attraverso la riscossione di ingenti somme a titolo di tangente, oltre che per impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o procurare preferenze agli associati, ai concorrenti esterni, ai contigui o ad altri in occasione di consultazioni elettorali”.
Dal quadro complessivo relativo a diverse inchieste giudiziarie, emergerebbe quindi che nonostante i due imprenditori, nel corso di quasi un ventennio, fossero stati sottoposti ad estorsione ad opera delle numerose cosche egemoni nei quartieri in cui avevano aperto cantieri edili, gli stessi fossero stati rappresentati nelle interlocuzioni con i vertici delle varie ‘ndrine, dagli esponenti della cosca di riferimento, “garantendo loro un trattamento di favore, attraverso relazioni funzionali integranti un vero e proprio patto di protezione mafiosa”, affermano ancora gli investigatori.
Le indagini patrimoniali di oggi, svolte anche all’estero, hanno pertanto riguardato un arco temporale di oltre un trentennio, portando a raccogliere elementi che secondo gli inquirenti dimostrerebbero come i Berna, “a fronte di un quadro reddituale insufficiente a soddisfare persino le primarie esigenze di vita”, grazie ai Libri avrebbero avviato fiorenti attività.