Vibo. Inchiesta sui diplomi falsi, chiesto il processo per 72 indagati
La Procura di Vibo Valentia ha chiesto il rinvio a giudizio per 72 degli indagati coinvolti nell’inchiesta Diacono (QUI) su un presunto traffico di diplomi falsi rilasciati dal 2014 in poi, e che ruota intorno all’Accademia Fidia “Ars & Scientia” di Stefanaconi (QUI).
Nell’elenco degli indagati vi sono il preside e fondatore dell'istituto, Michele Licata; i suoi figli Davide, Jgor e Dimitri; la nipote Michela e la nuora Rossella Marzano.
L’accusa contesta l’esistenza di una presunta associazione per delinquere che avrebbe costituito apposite società per rilasciare le certificazioni false che avrebbero consentito ai destinatari di partecipare così a concorsi pubblici per personale docente e tecnico-amministrativo.
Secondo gli inquirenti, poi, vi sarebbe stata una presunta commistione tra chi avrebbe dovuto controllare e chi invece sarebbe diventato complice del “sistema” che sarebbe stato costituito, generando - sempre secondo l’accusa - corruzione e ingenti guadagni.
Tra gli indagati, che riedono in quasi tutta Italia, vi è anche un dirigente del ministero dell'Istruzione, Maurizio Piscitelli, di Casalnuovo di Napoli, che all'epoca dei fatti, si occupava proprio del controllo e dell'ispezione degli istituti di formazione accreditati dal Miur. Coinvolti poi l’ex direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale della Calabria, Maria Rita Calvosa, di Roma; il dirigente vicario dello stesso ufficio, Vito Primerano; ed un ex assessore e consigliere comunale di Vibo Valentia, Incoronata Nadia Bax.
L’indagine prese il via dopo la scoperta, nel luglio del 2020, di un arsenale di armi e oggetti riconducibili ad attività massoniche in un’abitazione contigua alla sede dell’istituto scolastico (QUI).
Il Gup Francesca Loffredo, sulla base della richiesta avanzata dal Pm Ciro Luca Lotoro e dal procuratore Camillo Falvo, ha fissato per il 5 maggio prossimo la data dell’udienza preliminare.