Presentato il libro di Matteo De Buono “I Dragoni della Fiamma”

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Una gremita Sala degli Stemmi ha ieri pomeriggio plaudito un giovane autore esordiente in un genere letterario che va sempre più imponendosi all’attenzione dei lettori: il fantasy. Matteo De Buono, poco più che ventenne, ha parlato del suo libro “I Dragoni della Fiamma”, pubblicato da Luigi Pellegrini Editore, di come sia man mano lievitato fino a diventare un corposo volume di circa 450 pagine. “Il genere fantastico mi ha sempre appassionato -ha detto l’autore- ed è per questo che mi sono cimentato in questa avventura che ha avuto riscontri positivi e mi ha dato lo stimolo ad andare sempre più avanti. Non c’è fuga dalla realtà ma interconnessione con essa e, soprattutto, un tendere ad un mondo ideale che tutti vorremmo fosse all’insegna della pace, dell’amicizia e della concordia universale”. Molto soddisfatta l’Assessore Provinciale alla Cultura Maria Francesca Corigliano che, con la presentazione di questo libro, ha aperto la serie di fitti appuntamenti culturali programmati per l’iniziativa nazionale, cui la Provincia ha aderito, “Il Maggio dei Libri”. “E’ un libro che ha contenuti e spessore molto alti poiché, al di là dell’ondata onirica e fantastica, esalta valori intramontabili come l’amicizia, la concordia e la pace attraverso un’elaborazione personale molto originale che sconfessa lo stereotipo, oltretutto, che vede contrapposte scienza e letteratura. Un giovane studente di Ingegneria Informatica che eccelle anche in un esordio letterario di tutto rispetto mostrando una potenzialità ed un’idealità non da poco. E’ su questi talenti che bisogna puntare per aspirare ad un domani diverso per tutti, recuperando quei valori che possono rendere migliore le possibilità di vita per tutti”. Alberico Guarnieri, critico letterario e docente Unical, entrando nel merito del libro, ha sottolineato come la narrazione del ‘900 sia andata sempre più tendendo verso il fantastico cui il fantasy appartiene a pieno titolo, proteso com’è a creare mondi paralleli a quello reale, che non implica ovviamente il rifiuto del mondo reale ma la volontà di prendere atto delle sue peculiarità. Guarnieri ha anche esaltato l’architettura robusta del testo letterario de “I dragoni della Fiamma” e la messa a fuoco dei personaggi, nonché l’ipotesi di una realtà parallela con richiamo a valori come coraggio, lealtà, voglia di portare in alto gli ideali, il tutto con una connotazione fiabesca e un’indeterminatezza temporale e una narrazione efficace che non vuole aderire a moduli precostituiti.