Narcotraffico internazionale, droga in Europa grazie a cosche crotonesi e reggine: 41 arresti

Calabria Cronaca

Un'operazione sparsa in mezza Italia quella portata a termine questa mattina dalla Guardia di Finanza, che ha visto oltre 160 militari impegnati sotto il coordinamento dllo Scico, il Servizio Centrale di Investigazione sulla criminalità organizzata e dei reparti di esecuzione territoriale di quattordici provincie: Bologna, Reggio Emilia, Modena, Parma, Milano, Cremona, Brescia, Pavia, Livorno, Roma, Foggia, Potenza, Crotone e Reggio Calabria.

Proprio nelle aree calabresi avrebbe avuto base un articolato sodalizio dedito al traffico internazionale di droga che dal Sud America arrivava nelle principali piazze di spaccio nazionali.

Un gruppo criminale ritenuto composto da soggetti intranei alle cosche di 'ndrangheta del crotonese e del reggino, con ampie ramificazioni in tutto il nord Italia.

CENTINAIA DI CHILI OGNI MESE

L'operazione di oggi nasce da precedenti indagini portate a termine negli scorsi anni, in questo caso grazie al coinvolgimento della piattaforma Sky Ecc dell'Europol: servizio messo a disposizione delle forze dell'ordine ed in grado di decifrare le chat criptate usate sempre più frequentemente dai malviventi.

Secondo quanto emerso dalle invstigazioni, a capo del sodalizio vi sarebbe stato Giusppe Romeo, pluripregiudicato e già noto alle forze dell'ordine, considerato al vertice della 'ndrina Romeo, meglio nota come "Staccu", di San Luca, e con alle spalle quattro anni di latitanza in Spagna, conclusi con il suo arresto nel 2021 (QUI).

Proprio in questo periodo di latitanza, l'uomo avrebbe tirato le fila di una vastissima ed articolata rete di narcotraffico internazionale, in grado di gestire senza troppi problemi la consegna mensile di centinaia di chili di stupefacenti.

Condizione possibile grazie all'incessante attività di "brokeraggio" che avrbb gestito personalmente e direttamente con i cartelli sudamericani (in Brasile, Perù, Messico e Bolivia) ed anche con altri latitanti di 'ndrangheta.

La droga poi veniva spedita dai paesi di produzione via mare, e giungeva in diversi porti del nord Europa, in particolare quelli di Anversa e di Rotterdam. Da lì, poi, veniva smistata in tutto il vecchio continente.

L'intero sistema di trasporto era gestito, a sua volta, da soggetti calabresi da anni in Emilia-Romagna, che tramite varie basi logistiche sparse in tutta Italia e grazie alla compiacenza di corrieri ed imprese, sarebbero stati in grado di rifornire l'intera penisola.

IL TRASPORTO SU GOMMA

Le indagini avrebbero permesso di accertare un traffico ingente di droga: circa 1.200 chili di cocaina, altri 450 di hashish e 95 chili di marijuana, che generavano profitti milionari poi riciclati tramite 14 società compiacenti.

Le attività - tutte intestate a prestanome italiani - avrebbero anche avuto il compito di occultare il trasporto di droga tramite false bolle di accompagnamento.

Ruolo attivo nel riciclaggio lo avrebbero avuto poi numerosi soggetti cinesi, che avrebbero aiutato nel riciclaggio dei proventi illeciti tramite il sistema del fei ch'ien, ossia di "compensazione".

Funziona così: questi ricevevano una somma di denaro contante da riciclare, che veniva poi inviata tramite una lunga serie di bonifici ad aziente ubicate in Cina.

Da lì, poi, il denaro veniva trasferito (poco a poco, bonifico dopo bonifico) direttamente ai cartelli sudamericani tramite l'impiego di veri e propri agenti residenti all'estero che raccoglievano i soldi per loro conto. Tramite questo sistema sarebbero stati ripuliti almeno 5 milioni di euro.

GLI ARRESTI E I SEQUESTRI

A seguito delle indagini sono state tratte in arresto 41 persone - 37 finite in carcere e tre ai domiciliari - con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga.

Rinvenuti e sequestrati, nel corso delle indagini, 43 chili di cocaina, 44 chili di hashish e sostanze da taglio varie per la preparazione.

Scoperti e sequestrati anche 140 mila euro in contanti (rinvenuti nella disponibilità di un cittadino di nazionalità cinese), 10 mila prodotti contraffatti: si tratta di 3.200 capi di abbigliamento contraffati e 6.800 finti farmaci contro la disfunzione erettile.

Al termine delle attività sono stati anche posti i sigilli a 44 immobili, 17 tra autoveicoli e motocicli, 354 rapporti bancari ed 80 società. L'intero patrimonio sequestrato ha un valore stimato di oltre 50 milioni di euro.

L'operazione - che è ancora in corso con numerose perquisizioni e controlli sul territorio - si è avvalsa, oltre che dell'importante contributo dell'Europol, anche del Departmen of Homeland Security dell'ambasciata statunitense a Roma.