‘Ndrangheta e traffico internazionale di droga, tre arresti tra Emilia e Paraguay

Reggio Calabria Cronaca

La Guardia di Finanza di Bologna ha eseguito una misura cautelare personale nei confronti di un soggetto albanese residente nella provincia di Parma, ritenuto contiguo a una associazione per delinquere che si sarebbe occupata di traffico internazionale di stupefacenti.

La misura di oggi si va ad aggiungere alle altre eseguite lo scorso 30 maggio (QUI), nell’ambito delle quali sono stati sequestrati, tra l’altro, oltre quaranta immobili e terreni (di cui 29 in Emilia Romagna e 13 in Calabria), quattordici autoveicoli e motocicli, quarantaquattro rapporti bancari e ottanta fra società, attività commerciali e partecipazioni sociali, per un valore complessivo stimato in oltre 50 milioni di euro.

In particolare, gli esiti delle analisi delle chat criptate intrattenute sulla piattaforma Sky Ecc hanno portato a delineare il ruolo che si ritiene sia stato ricoperto dall’indagato che, in più occasioni, sarebbe risultato coadiuvare i principali promotori dell’associazione, prestandosi a effettuare la consegna di ingenti quantitativi di cocaina.

Altre attività investigative hanno poi portato condotto all’arresto in Paraguay di altre due persone, entrambe calabresi, attinte da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e che, già residenti all’estero, sarebbero riusciti a sottrarsi alla cattura nel maggio scorso.

Grazie alla proficua e costante collaborazione con lo Scip, il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e, in particolare, con l’Unità del progetto “I-CAN” (l’Interpol Cooperation Against `Ndrangheta), nei giorni scorsi, i due sono stati rintracciati nel paese sudamericano, arrestati e, successivamente, espulsi dal Paraguay in Spagna, in attesa di estradizione (QUI).

Questi ultimi, ritenuti gli uomini di fiducia del leader del gruppo criminale e ai vertici della ‘ndrina “Staccu” di San Luca, nel reggino, latitante in Spagna dal 2018 e tratto in arresto a marzo 2021 (QUI), sarebbero stati scelti per gestire l’intera rete dei contatti del narcotraffico per conto dell’organizzazione.

LE INDAGINI, eseguite dal Gico, il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bologna, con il supporto dello Scico, il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata, sono state dirette dal magistrato Roberto Ceroni, della Direzione Distrettuale Antimafia locale e col coordinamento della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Il provvedimento è stato disposto dal Gip di Bologna Sandro Pecorella.