Bologna: estradati due presunti narcotrafficanti legati alla ‘ndrangheta
Due italiani, i cugini omonimi Giuseppe Giorgi, rispettivamente di 26 e 22 anni, accusati di appartenere ad una associazione a delinquere dedita al traffico internazionale di droga e ritenuta legata anche alla ‘ndrangheta, sono stati estradati ieri.
A prenderli in carico la Guardia di Finanza di Bologna, in collaborazione con la Polizia di Frontiera dell’aeroporto di Fiumicino (Roma) e con il supporto dello Scico, il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata delle stesse fiamme gialle.
Gli arresti, eseguiti dal Gico, sono avvenuti nell’ambito di una complessa indagine diretta Roberto Ceroni della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica del capoluogo emiliano, con il coordinamento della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.
Le investigazioni sono durate oltre due anni ed hanno portato al sequestro di 43 chili di cocaina, altri 44 di hashish, 9.650 prodotti contraffatti, oltre 900 mila euro in contanti e all’arresto, in flagranza di reato, di quattro italiani.
Inoltre sono stati eseguite in totale 42 misure cautelari personali oltre al sequestro, finalizzato alla confisca per sproporzione, di oltre 40 immobili e terreni (di cui 29 in Emilia Romagna e 13 in Calabria); 14 autoveicoli e motocicli; beni di lusso; 44 rapporti bancari e 80 fra società, attività commerciali e partecipazioni sociali, per un valore complessivo stimato in oltre 50 milioni di euro.
Gli indagati, che lo scorso 30 maggio erano riusciti a sottrarsi al carcere (QUI), rendendosi irreperibili, erano stati rintracciati in Paraguay e lì arrestati in quanto destinatari di un Mandato di Arresto Europeo, successivamente internazionalizzato (QUI).
Secondo gli inquirenti, i Giorgi avrebbero rivestito un ruolo di assoluta rilevanza nel gruppo criminale, in quanto contigui a una pericolosa cosca di ‘Ndrangheta e uomini di fiducia (nonché cugini) del principale promotore dell’associazione, da cui avevano “ereditato” una vasta rete di contatti nel mondo del narcotraffico internazionale.
Grazie al costante scambio informativo intercorso con lo Scip, il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e, in particolare, con l’unità del progetto “I-Can” (“Interpol Cooperation Against `Ndrangheta”), i fuggitivi sono stati individuati e fermati dalla polizia del paese sudamericano insieme ad altre due persone, un brasiliano e un paraguaiano.
I due italiani, espulsi immediatamente dal Paraguay, erano giunti all’aeroporto di Madrid nella mattinata del 15 luglio scorso, dove erano stati presi in custodia dalla Polizia iberica, in attesa dell’estradizione in Italia.
Grazie all’attivazione dei canali di cooperazione giudiziaria e di polizia in ambito europeo, il procedimento di estradizione è stato definito in tempi brevissimi e, dopo un mese dalla presa sono stati così rimpatriati in Italia.