Cgil Cosenza, uno sciopero per rialzare la testa
Occupazione, dignità al lavoro, un futuro per i giovani, aiuti concreti ai pensionati, investimenti nella conoscenza, un nuovo modello di stato sociale, lotta al malaffare e alla criminalità, un fisco più equo: sono questi i punti sui quali la Cgil ha intrapreso un’ennesima lotta. E sui quali invita lavoratori, precari, disoccupati e pensionati calabresi e cosentini, anche non iscritti, ad incrociare le braccia e a riempire le piazze in occasione dello sciopero generale di otto ore di domani 6 maggio.
La Cgil di Cosenza non si rassegna alle promesse mai mantenute ed ancora una volta è al fianco dei calabresi onesti, che vogliono rialzare la testa, che chiedono un’inversione di rotta. La Cgil di Cosenza si rivolge alla Calabria che vuole cambiare con una proposta articolata ed efficace e chiede di combattere insieme questa ennesima, importante battaglia dello sciopero generale.
Una nuova politica per la Calabria e la provincia di Cosenza
La Cgil di Cosenza dice basta ai piani di sviluppo faraonici e inconcludenti degli ultimi anni. Occorre un piano strutturale che enunci chiaramente obiettivi e risorse, che valorizzi le ricchezze del territorio: ambiente, intelligenze e patrimonio storico-culturale. Occorre un corretto uso dei fondi comunitari da integrare con piani di investimento straordinari. Occorre una rete infrastrutturale capace di supportare lo sviluppo.
Occupazione e dignità del lavoro
La Cgil propone di guardare soprattutto ai lavoratori che stanno pagando più di altri il peso della crisi. Dal 2008 al 2010 in Calabria si sono persi 68mila posti di lavoro, i lavoratori in nero sono 150mila, i precari quarantamila. Un quadro allarmante che contraddistingue anche la provincia di Cosenza dove i nuovi disoccupati sono circa 3500, le ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria nel 2010 sono state 2.477.048 (erano 2.152.760 nel 2009), le ore di cassa integrazione in deroga 3672. Una tendenza negativa che, secondo le prime stime, caratterizzerà pure il 2011. Basta guardare alla scuola, nel nuovo anno scolastico infatti, in provincia di Cosenza, ci saranno 23 docenti in meno nelle scuole dell’infanzia, 129 nelle primarie, 44 nelle medie, 197 nelle superiori. Saranno tagliati inoltre 300 posti del personale Ata.
Donne, giovani e futuro
Le donne e i giovani calabresi, nonostante una preparazione al di sopra della media nazionale, finora hanno avuto due alternative: emigrare o adattarsi a lavori precari e poco qualificati. Emblematico è il caso dei call center, settore nel quale il costo del lavoro è tra i più bassi, il 70% degli addetti ha un’età inferiore ai 40 anni, il 29% ha una laurea, il 54% un diploma e il 68% è donna. L’occupazione nei call center della nostra provincia è in crescita, si è passati dai 400 lavoratori del 2005 ai 1300 dei primi mesi di quest’anno. Però si tratta di un’occupazione che dà scarsa stabilità e minima gratificazione economica e professionale. L’obiettivo della Cgil è quello di promuovere una nuova politica occupazionale per le donne e i giovani che dia maggiori certezze sul presente e sul futuro. La Cgil di Cosenza propone quindi di vincolare i finanziamenti pubblici a contratti dignitosi e stabili.
La Cgil di Cosenza porterà le sue idee in piazza nella manifestazione che ha organizzato per domani 6 maggio, a partire dalle 9.30, davanti alla sede della Camera del lavoro bruzia di piazza della Vittoria, accanto alla Villa nuova. Interverranno: Giovanni Donato, segretario generale della Cgil di Cosenza, Sergio Genco, segretario generale della Cgil Calabria, Stefania Crogi, segretaria generale Flai Cgil nazionale. Sono previsti inoltre le testimonianze di lavoratori e il concerto di Sandro Sottile.