Il Presidente della Provincia di Cosenza aderisce allo sciopero del 6 Maggio
“Il Paese sta attraversando una delle più gravi crisi economiche del dopoguerra le cui conseguenze, a causa delle scelte scellerate dettate dalla cultura leghista del Governo Berlusconi, ricadono soprattutto sulle fasce più deboli della nostra popolazione e penalizzano fortemente le aree più povere del Paese come il Mezzogiorno e la Calabria. Per questo motivo abbiamo deciso di aderire senza alcuna esitazione allo Sciopero Generale indetto dalla Cgil che si svolgerà il 6 maggio prossimo in piazza della Vittoria a Cosenza”. E’ quanto afferma, in una nota, il Presidente della Provincia di Cosenza, on. Mario Oliverio, motivando la sua adesione allo Sciopero Generale fissato per venerdì prossimo. “Nel corso di questi anni -prosegue Oliverio- il Governo Berlusconi ha impoverito soprattutto il Sud, dirottando al nord un considerevole volume di risorse finanziarie già destinate al Mezzogiorno e alla Calabria. Trenta miliardi di euro destinati alle Regioni meridionali attraverso il Fondo delle Aree Sottoutilizzate (FAS) sono stati sottratti al Mezzogiorno e destinati ad interventi nel Veneto sul Lago di Garda, in Lombardia, per pagare le multe sulle quote-latte della Padania e in altre regioni del nord per interventi infrastrutturali e per la riqualificazione di città ed aree urbane ed il ripianamento di debiti fuori bilancio di alcuni grandi comuni. Trenta miliardi di euro (sessantamila miliardi di vecchie lire) costituiscono un volume consistente di risorse che dovevano essere utilizzate per l’ammodernamento infrastrutturale del Mezzogiorno e della Calabria, per il sostegno alle imprese, per consentire agli enti locali di realizzare programmi di investimento, per mettere in atto politiche sociali di sostegno ai ceti deboli, per la formazione professionale e per creare lavoro in particolare per i giovani nella nostra terra. In questo contesto la disoccupazione sfiora ormai quote del 30% e quella giovanile il 40%. Si tagliano le spese sul welfare, si bloccano i contratti dei dipendenti pubblici che già sono inferiori del 30-40% rispetto al resto dei paesi europei e con il trasferimento di sempre minori risorse si costringono Comuni ed enti territoriali a rivedere le aliquote, come è successo per la Tarsu, per garantire i servizi essenziali. Le diverse velocità di sviluppo e di crescita che, soprattutto negli ultimi anni, hanno accentuato il crescente dualismo tra nord e sud, nel quale il Mezzogiorno è stato mantenuto in una perenne condizione di subalternità costituiscono una condizione strutturale da aggredire e rimuovere al più presto se si vuole riscrivere un nuovo patto di coesione nazionale”. ‘Lo Sciopero Generale –ha concluso Oliverio- è un’occasione importante per parlare al Paese e per dire, una volta per tutte, ai nostri governanti che o l’Italia cresce tutta insieme o è destinata al declino”.