Il business della droga del clan della Sibaritide dal respiro nordeuropeo
Un’associazione che trafficava in stupefacenti, la cui base operativa era nel cosentino, in particolare sulla fascia jonica della provincia bruzia: a Cassano allo Jonio, Corigliano Calabro e nella Sibaritide.
Il gruppo si era però esteso anche in Germania, attraverso l’organizzazione di importazioni di ingenti quantitativi di droga tra cocaina, eroina e hashish.
In pratica, lo stupefacente veniva acquistato in Sudamerica e viaggiando su gomma, su dei camion, passando dalla Germania raggiungeva l’Italia e, dunque, la Calabria.
È quanto ritiene di aver ricostruito la Dda di Catanzaro con l’operazione nome in codice “Gentleman 2” (QUI), che stamani hanno fatto scattare le manette per venticinque persone (QUI I NOMI) ed i sigilli a beni per quasi 4 milioni di euro, composti da società, ditte individuali, fabbricati, terreni, autoveicoli e motoveicoli. Un patrimonio che gli inquirenti considerano sproporzionato rispetto ai redditi e alle attività economiche svolte da alcuni degli indagati.
Inquirenti che sostengono, ancora, di aver colpito inoltre una struttura e modo di operare di un’altra associazione radicata a Corigliano-Rossano, finalizzata al traffico, sul territorio, di marijuana e hashish.
Avrebbero partecipato alle riunioni dove venivano assunte le decisioni relative all’attività di approvvigionamento delle sostanze stupefacenti finanziando l’importazione di importanti carichi di cocaina dal Sud America.
Il blitz è partito stamani all’alba sia in Italia, ovvero nella nostra regione, come anche in Germania e Spagna: una operazione imponente che ha visto impegnati sul campo oltre duecento finanzieri con l’ausilio di unità Antiterrorismo e Pronto Impiego, unità cinofile antidroga e di mezzi aerei, oltre che della polizia della Germania e del Belgio (dove è stato disposto l’arresto di nove persone).
Le investigazioni si sono sviluppate attraverso attività di indagine di tipo tradizionale, consistente in servizi di osservazione e pedinamento, oltre che tecniche, con intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, sia sul territorio nazionale che in Germania, oltre che con l’analisi dei risultati dei sistemi di comunicazione criptata utilizzati dai soggetti coinvolti nell’indagine.
LA SQUADRA “SIC”
Il provvedimento, emesso su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa svolta, a partire dal 2020, dalla Sic, la Squadra Investigativa Comune costituita con gli appartenenti al Gico, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle fiamme gialle del capoluogo di regione, gli uomini della Polizeipräsidium di Francoforte sul Meno, e della Polizia Giudiziaria Federale di Liegi, in Belgio, con le rispettive autorità giudiziarie, e l’Eurojust, l’Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale, con i membri italiano, tedesco e belga, e con il supporto della Dcsa, la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga.) e dell’Europol.
Fondamentali nell’ambito delle investigazioni sono stati gli strumenti della cooperazione internazionale sviluppata, mediante la preziosa opera della rappresentanza Italiana ad Eurojust, attraverso l’istituzione della Squadra Investigativa Comune, valido strumento di collaborazione tra le Autorità Giudiziarie e le Forze di Polizia, dei vari paesi dell’unione che vi partecipano, che consente, tra l’altro, la partecipazione agli atti investigativi svolti in tutte le giurisdizioni interessate e l’utilizzo diretto dei risultati investigativi in tutti i procedimenti penali instaurati dai vari Stati.
L’investigazione e l’esecuzione odierna delle misure cautelari sono stati supportati dalla Rete “@ON” finanziata dall’UE (Progetto “ISF4@ON” con Project Leader la Direzione Investigativa Antimafia), e dal progetto “I-Can” (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), avviato nel 2020 sotto l’egida di Interpol, che agevola rapidi scambi di informazioni e il coordinamento di operazioni internazionali per il sequestro di asset finanziari ed economici ovvero per localizzare e i soggetti attinti da misure cautelari.