“Money Delivery”. Dopo gli arresti scattano sequestri per quasi 16 milioni
Nel contesta dell’operazione Money Delivery, scattata a maggio scorso (QUI), I finanzieri di Milano dello Scico, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia locale, stanno eseguendo in Lombardia, Piemonte e Calabria un sequestro preventivo emesso dal Gip e finalizzato, a vario titolo, alla confisca obbligatoria (la cosiddetta “confisca allargata”) nei confronti di alcuni italiani già arrestati per associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e ritenuti esponenti della ‘ndrangheta.
Il provvedimento segue degli approfondimenti investigativi che oggi hanno consentito di aggredire, anche sul piano patrimoniale, una presunta associazione a delinquere stanziata in Lombardia, composta da soggetti appartenenti alla cosca di Africo, nel reggino.
L’ipotesi è che si sarebbero approvvigionati di droga tramite dei broker internazionali, di origine campana, che la importavano dall'Olanda, e rifornendo nel contempo vari gruppi criminali dislocati in diverse aree italiane: Milano, Buccinasco, Cornaredo, Caronno Pertusella, Reggio Calabria, Genova, Roma, ecc., tra i quali un'associazione di Quarto Oggiaro.
Le investigazioni di tipo economico-finanziarie avrebbero così portato da un lato a quantificare quello che viene ritenuto il profitto del traffico di stupefacenti, che ammonterebbe a quasi 16 milioni di euro, e dall’altro ad accertare la riconducibilità ad alcuni associati di diversi beni, considerati però di un valore “sproporzionato” rispetto ai redditi dichiarati o alle attività svolte.
Tra questi beni vi sono undici fabbricati in provincia di Milano, Como, Novara, Reggio Calabria e Varese; ventidue terreni in provincia di Reggio Calabria e Varese; dodici autovetture; e due attività economiche nella provincia di Varese, rispettivamente una società a responsabilità limitata che opera nel settore del movimento merci e una ditta individuale nel settore del commercio di prodotti alimentari.