Reggio, protesta salendo su una gru: “Miei beni ancora confiscati nonostante l’assoluzione”
"Io sono Quattrone Francesco Gregorio, l'imprenditore derubato da questa ingiustizia italiana. Oggi è il 4 settembre 2023 e io, come avevo anticipato giorni addietro, sono qui, a circa 20 metri a rischiare la mia vita. Ne vale la pena".
Esordisce così in un video l'imprenditore reggino da tempo impegnato in un lungo calvario giudiziario, che questa mattina ha deciso di inscenare un nuovo gesto eclatante scalando a mani nude la gru del costruendo palazzo di giustizia.
Il sessantaseienne era rimasto coinvolto in due distinti procedimenti giudiziari - Olimpia ed Entourage (QUI) - per poi essere prosciolto ed assolto dalle accuse. Complessivamente, gli venne sequestrato un patrimonio di circa 20 milioni di euro (QUI), a suo dire mai restituiti dallo Stato.
"Sono qui a farmi notare perché stamattina vorrei parlare con qualcuno di Mediaset e non con i giudici. Soprattutto quelli che hanno approvato la mia ingiustizia fino a oggi. Io - ha affermato Quattrone - starò qua, rischierò quello che rischierò perché, per me, per i miei sacrifici per quelli dei miei genitori, dei miei figli e di mia moglie, ne vale la pena. Io non chiedo niente se non un po' di voce e di visualizzazioni sui media".
Dopo qualche ora di apprensione l'imprenditore è sceso spontaneamente dalla gru. Lo stesso non è nuovo ad uscite del genere: già sul finire dello scorso anno si era incatenato presso gli uffici giudiziari cittadini per poi essere ricevuto dal procuratore Giovanni Bombardieri.