Liste d’attesa “bloccate”: blitz dei Nas in ospedali e ambulatori, denunciati 26 medici

Calabria Cronaca

Per garantire le ferie estive ai dipendenti, hanno sospeso a luglio ed agosto scorso le agende di prenotazione relative agli esami di diagnostica, il tutto senza alcuna autorizzazione della Direzione Generale dell’Asp.

È quanto accertato dai carabinieri del Nas in due ospedali della provincia di Reggio Calabria, scoprendo che, in particolare, gli esami erano stati procrastinati dai 38 ai 95 giorni ben oltre i tempi previsti dalla normativa nazionale. L’intervento dei militari ha così consentito di riaprire agli utenti le agende bloccate impropriamente.

In un altro ospedale del capoluogo reggino, invece, i carabinieri hanno scoperto che erano state chiuse le agende di prenotazione e che mancavano il servizio di recall e l’accordo con le cliniche private accreditate per ridurre le liste di attesa.

Infine, sono stati denunciati in stato di libertà tre medici - uno pneumologo, un angiologo ed un cardiologo - per aver prestato servizio in un poliambulatorio privato sebbene contrattualizzati in esclusiva con le Aziende Sanitarie della provincia reggina.

Sono questi alcuni dei risultati conseguiti tra luglio ed agosto, dai Nas, che di concerto con il Ministero della Salute, hanno effettuato un’intensa attività di controllo su tutto il territorio nazionale, per verificare appunto la gestione delle liste di attesa per le di prestazioni ambulatoriali, riconducibili a visite specialistiche ed esami diagnostici, afferenti al Servizio sanitario pubblico.

Le ispezioni sono state eseguite negli ospedali e negli ambulatori delle aziende sanitarie, compresi gli Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico, e presso le strutture private accreditate, con la finalità di accertare il rispetto dei criteri previsti dal Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (PNGLA), stilati per assicurare un corretto accesso alle prestazioni fornite dal Servizio sanitario pubblico ed uniformare un’equa e tempestiva erogazione dei servizi ai cittadini.

In tutta Italia sono stati così effettuati accessi in 1.364 tra ospedali, ambulatori e cliniche, sia pubblici che privati in convenzione con il SSN, analizzando 3.884 liste e agende di prenotazione per prestazioni ambulatoriali relative a svariate tipologie di visite mediche specialistiche e di esami diagnostici.

Gli accertamenti hanno consentito di individuare condotte penalmente rilevanti che hanno determinato la denuncia all’Autorità giudiziaria di 26 tra medici e infermieri, ritenuti responsabili di reati di falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato ed interruzione di pubblico servizio.

Tra i casi più rilevanti, i Nas di Milano, Torino, Perugia e Catania hanno denunciato nove medici per aver favorito conoscenti e propri pazienti privati, stravolgendo le liste d’attesa, consentendo loro di essere sottoposti a prestazioni prima rispetto alla prenotazione ed eludendo le classi di priorità.

Altro caso rilevante quello raccontato all’inizio e riferito a Reggio Calabria dove sono stati deferiti per l’ipotesi di peculato tre medici di Aziende Sanitarie per aver prestato fraudolentemente servizio in un poliambulatorio privato sebbene contrattualizzati in regime esclusivo con le aziende sanitarie pubbliche.

LE CAUSE DI “SFORAMENTO”

L’attività ispettiva svolta sull’ingente mole di dati e di riscontri relativi a oltre 3 mila 800 agende ha consentito, inoltre, di rilevare 1.118 situazioni di affanno nella gestione di due liste di attesa e il superamento delle tempistiche imposte dalle linee guida del Piano nazionale, pari al 29% di quelle esaminate.

Tra le cause più frequenti degli sforamenti delle tempistiche sono state accertate, su 761 agende, carenze funzionali ed organizzative dei presidi ospedalieri e degli ambulatori, la diffusa mancanza di personale medico e di tecnici specializzati che, insieme alla carenza di adeguati stanziamenti ed attrezzature, ha determinato il rallentamento dell’esecuzione di prestazioni sanitarie.

Uno slittamento che si ripercuote anche nel mancato rispetto delle classi di priorità (Urgente, Breve e Differibile) ricollocate, in 138 casi, in tempistiche entro i 120 giorni (Programmabili), non compatibili con i criteri di precedenza ed urgenza.

In 195 situazioni i Nas hanno riscontrato la sospensione o la chiusura delle agende di prenotazione, in parte condotte con procedure non consentite oppure determinate dalla carenza o assenza di operatori senza prevederne la sostituzione.

LE CONDOTTE DOLOSE

Proprio in questo contesto, gli accertamenti svolti dai Nuclei di Palermo, Reggio Calabria, Latina e Udine hanno consentito di rilevare vere e proprie condotte ritenuto dolose, deferendo 14 dirigenti e medici ritenuti responsabili del reato di interruzione di pubblico servizio, per aver arbitrariamente chiuso in modo ingiustificato le agende di prenotazione a luglio e agosto, posticipando conseguentemente le prestazioni diagnostiche, per consentire al personale di poter fruire delle ferie estive o svolgere indebitamente attività a pagamento.

Alle carenze di organico si integrano anche comportamenti non allineati ad una corretta deontologia professionale, come nel caso di un dirigente medico di una Asl della provincia di Roma che, sebbene responsabile degli ambulatori di gastroenterologia e colonscopia per cui vi fosse indisponibilità presso l’intera Azienda Sanitari, lo stesso esercitava le stesse prestazioni in attività intramoenia extramuraria - regolarmente autorizzata – in un poliambulatorio privato, con una programmazione fino ad 8 esami giornalieri.

In questo contesto, sono state anche individuate 21 irregolarità nello svolgimento di attività intramoenia per esubero delle prestazioni concordate con le Asl e omesse comunicazioni sullo svolgimento delle attività esterne da parte dei medici pubblici.

LE CLINICHE E GLI AMBULATORI PRIVATI

Un ulteriore aspetto emerso dai controlli è la mancata adesione di cliniche e ambulatori privati, già convenzionati, nel sistema di prenotazione unico delle Aziende sanitarie o a livello regionale, aspetto che riduce la platea di strutture utili per l’erogazione delle prestazioni mediche specialistiche e diagnostiche.

L’intervento dei Nas ha consentito di segnalare ai rispettivi enti di riferimenti locali e regionali le problematiche riscontrate nel corso del monitoraggio, così da attuare adeguate misure correttive, permettendo in numerosi casi l’immediata riapertura delle agende di prenotazione che erano state chiuse o sospese, in particolare nel delicato periodo estivo, oltre al ripristino della funzionalità di alcuni sistemi informativi di prenotazione.

Come ulteriore aspetto di efficientamento è stata individuata l’estensione dell’obbligo di annullamento delle doppie prenotazioni effettuate dall’utente in più strutture, anche mediante il ricorso a sistemi informativi automatici e attraverso una campagna di sensibilizzazione civica.