Rimborsopoli al consiglio regionale, scattano i rinvii a giudizio
Il giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria ha rinviato a giudizio gli indagati del processo scaturito dall’operazione Rimborsopoli. Il provvedimento ha riguardato quattro parlamentari tra gli ex consiglieri regionali della Calabria: Bruno Censore e Demetrio Battaglia, del Partito democratico; Ferdinando Aiello, di Sel, e Giovanni Bilardi, del gruppo "Federazione della libertà".
Tra i rinviati a giudizio ci sono anche gli ex presidenti della Giunta regionale Agazio Loiero e gli ex presidenti del Consiglio Antonio Scalzo e Giuseppe Bova e i consiglieri regionali tuttora in carica Carlo Guccione e Vincenzo Ciconte, entrambi del Partito democratico. Rinviati a giudizio per i reati di falso e peculato, gli stessi contestati agli altri indagati, anche gli ex consiglieri Pasquale Tripodi, Alfonso Dattolo, Alfonsino Grillo, Emilio De Masi, Sandro Principe, Pietro Amato, Giovanni Nucera, Mario Franchino, Mario Maiolo e Francesco Sulla.
L’ex consigliere Candeloro Imbalzano, già presidente della seconda Commissione 'Bilancio', è stato invece prosciolto da ogni accusa. Le posizioni degli ex consiglieri Nicola Adamo e Domenico Talarico, sono invece state stralciate. L’ex presidente del Consiglio regionale Luigi Fedele e l’ex assessore regionale Antonino De Gaetano erano già stati rinviati a giudizio in un altro troncone dell’inchiesta.
Secondo l’accusa, le persone coinvolte nell’inchiesta avrebbero utilizzato parte dei finanziamenti destinati ai gruppi consiliari regionali per ottenere il rimborso di spese che non rientravano nei criteri legati a supporto delle attività politico-istituzionali dei gruppi consiliari, ma sarebbero state in realtà di carattere privato. L’inchiesta, coordinata dall’ex Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza, oggi a capo della Procura della Repubblica di Palmi, e dall’aggiunto Gaetano Paci.