‘Ndrangheta: aziende intestate a prestanome, nel milanese sequestrati beni a calabrese
La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un sequestro di beni - emesso dal Tribunale di Milano su proposta della Dda del capoluogo lombardo e del Direttore della Dia - nei confronti di un soggetto di origini calabresi residente nella provincia milanese, Pietro Paolo Portolesi, 52enne di Platì.
L’istruttoria è partita da una attività di polizia giudiziaria svolta dalla stessa Dia che aveva portato all’arresto dell’uomo con l’accusa di trasferimento fraudolento di beni e valori.
Le investigazioni, in particolare, hanno portato a ritenere che grazie alla “copertura” fornitagli da alcuni presunti prestanome, l’indagato, già in passato condannato per traffico di stupefacenti e associazione mafiosa, avesse attribuito fittiziamente a terzi la titolarità delle sue aziende.
Secondo gli inquirenti, un escamotage per eludere l’avvio di un eventuale procedimento per l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniale e per aggirare, come subappaltatore e subfornitore in appalti pubblici, le disposizioni sulle certificazioni antimafia.
Gli sviluppi delle successive investigazioni economico-finanziarie hanno portato ad individuare quattro complessi aziendali, comprensivi di un fabbricato ad uso industriale, terreni, conti correnti oltre a trenta automezzi tra autovetture, trattori stradali e rimorchi, oltre ad altri tre immobili intestati a terze persone ma considerati nella piena disponibilità dell’indagato.
Il tutto, per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro, è stato sottoposto a sequestro in quanto ritenuto il frutto delle presunte attività illecite commesse da quest’ultimo.