Budget troppo alto, Akrea traballa: Voce annuncia affidamento servizi a privati
I canoni annui individuati con il budget trasmesso dalla Akrea al Comune di Crotone “non permettono di valutare positivamente l’ipotesi di affidamento in house, non trovando giustificazione il mancato ricorso al mercato ai fini di garantire un’efficiente gestione del servizio”.
Tradotto in parole semplici l’amministrazione pitagorica non riterrebbe congruo il budget presentato per l’anno a venire dalla società controllata, e per questo potrebbe rivolgersi al mercato e cercare quindi un partner privato a cui affidare i servizi finora gestiti dalla stessa Akrea.
Una eventualità non tanto remota e paventata dal sindaco Vincenzo Voce che nel corso del Consiglio Comunale ha snocciolato le comunicazioni ufficiali intercorse con la Spa e che hanno portato lo stesso primo cittadino a formalizzare nero su bianco che già “a partire dall’inizio della prossima settimana l’ente provvederà ad avviare tutti i procedimenti amministrativi conseguenti a consentire a questo Consiglio comunale di assumere ogni conseguente deliberazione discendente dal tenore della documentazione di cui si è sinora riferito”.
Si parte da una nota del primo novembre scorso, indirizzata al Presidente del Cda di Akrea e al dirigente del settore ambiente del Comune, in cui l’amministrazione ha preso atto della relazione sulla situazione economico-finanziaria della società in house.
Un passaggio necessario, vista l’imminente scadenza del contratto di servizio, il prossimo 31 dicembre, per consentire alla civica Assise di essere messa in condizione “di avviare la procedura finalizzata all’affidamento in house del servizio” nel rispetto della legge.
In quella nota l’amministrazione ha richiesto all’Akrea di attualizzare i dati della relazione, a quel momento fermi alla data di insediamento del nuovo Cda, e di comunicare, “a parità di servizi gestiti in base al contratto vigente”, il costo annuale dell’affidamento ritenuto idoneo per assicurare una corretta esecuzione del servizio “in condizione di equilibrio economico e finanziario”.
L’ente ha però ed ovviamente chiesto al dirigente del settore 6 di verificare la sussistenza delle condizioni di economicità rispetto alla proposta avanzata dalla società, nel rispetto della normativa di settore, e la relativa sostenibilità finanziaria per avviare il procedimento di affidamento.
Il 3 novembre successivo, così, il presidente dell’Akrea ha comunicato che per il budget 2024 sarebbe necessario un contratto base di oltre 7,4 milioni più Iva, quindi di poco più di 8,2 milioni, importo che potrebbe aumentare se venissero riconosciute alcune “poste incrementative”, fra cui oltre 280 mila euro relativi alla sosta regolamentata che la società ha richiesto ma che il Comune si è detto non in condizione di riconoscere. In sostanza, quindi, l’importo base del contratto, ritenuto necessario secondo la società, dovrebbe essere di poco meno di 8,5 milioni di euro.
Nella stessa nota sono stati anche allegati i dati relativi alla condizione economico-finanziaria dell’azienda, che registra debiti per oltre due milioni di euro, e si è presentata la necessità di provvedere al riconoscimento di importi a titolo di rivalutazione monetaria per gli anni 2021, 2022 e 2023.
In pratica il Comune si è visto presentare dall’Akrea una richiesta di aumento del canone di oltre il 22,6%. Voce e l’amministrazione hanno però evidenziato come la legge stabilisca che il ricorso da parte degli enti locali a società in house per l’affidamento di servizi pubblici, “può avvenire in base ad una qualificata motivazione che dia espressamente conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato ai fini di una efficiente gestione del servizio, illustrando i benefici per la collettività con riguardo agli investimenti, alla qualità del servizio, ai costi di servizi per gli utenti, all’impatto sulla finanza pubblica nonché ad una serie di obiettivi di rilevanza pubblica avuto riguardo anche ai risultati di pregresse gestioni di servizi in house”.
Sempre secondo le norme di legge, quindi, per l’ente emergerebbe come il “limite di economicità che può consentire di derogare al regime di libera concorrenza rispetto all’ipotesi dell’affidamento in house non può ritenersi rispettato in base alla proposta rassegnata ad Akrea”.
In particolare, secondo gli uffici di piazza Resistenza, la proposta della società controllato non sarebbe in linea con il costo medio regionale e con gli esiti della relazione, che individua in 129,50 euro per abitante il limite per ritenere “economico” il costo dell’affidamento del servizio, mentre la proposta di Akrea “in uno con i costi attualmente sostenuti per i servizi di smaltimento degli ingombranti, nonché a titolo di oneri per piattaforme RD (Raccolta differenziata, ndr), per terre di spazzamento, carcasse di animali e carcasse da CRC conduce ad un costo annuo pari ad € 8.946.745,90, ossia ad un costo per abitante pari ad € 153,08”.
Da qui la conclusione degli uffici del Comune che in pratica “bocciano” le richieste di Akrea portando il sindaco ad annunciare, come anticipato all’inizio, l’eventualità di valutare l’affidamento ad un partner privato.