Intimidazioni e danneggiamenti per il monopolio sui lavori: tre arresti a Roccabernarda
Sono accusati a vario titolo di estorsione, danneggiamento e turbata libertà degli incanti, il tutto aggravato dal metodo mafioso, i tre soggetti arrestati durante un blitz svolto questa mattina dai Carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro a Roccabernarda, nel crotonese: si tratta di Antonio Santo Bagnato, 56 anni, ritenuto il boss dell’omonimo clan, del fratello Gianfranco Bagnato e dell’imprenditore nel settore elettrico Antonio Lonetto.
Un intervento nato a seguito dell'operazione Trigarium (LEGGI) svolta nell'estate del 2018 sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, e riguardante un sodalizio di stampo mafioso operante a Roccabernarda e nel circondario.
Nella fattispecie, l'indagine aveva portato ricostruire che una ditta del posto, riconducibile ad un soggetto ritenuto appartenente al presunto gruppo criminale, avesse ottenuto ben 101 appalti comunali per lavori elettrici tra il 2009 ed il 2017, per un valore di oltre 172 mila euro. "Un sostanziale monopolio del settore, che il gruppo cercava di estendere anche nei confronti di singoli cittadini", sostengono gli inquirenti.
È il caso di un docente di Santa Severina, "colpevole" di essersi affidato ad un'altra ditta per svolgere dei lavori elettrici all'interno di un oleificio. Per ritorsione, nel settembre del 2019 è stato vittima del taglio di ben 103 piante di ulivo.
Ma non solo: già nel 2015 era stato incendiato il furgone di una azienza operante anch'essa nel settore elettrico, si sospetta al fine di intimorire il proprietario per non fargli accettare lavori sia pubblici che privati.
Successive indagini svolte in seguito all'operazione - tra il 2018 ed il 2020 - hanno permesso di acquisire numerose informazioni e di mettere a verbale sia le dichiarazioni delle persone offese che di due testimoni di giustizia.
Questa mattina è così scattato un vero e proprio blitz per arrestare i tre coinvolti, uno dei quali, Antonio Santo Bagnato è già sottoposto al carcere duro in quanto condannato in via definitiva come reggente del sodalizio.
Oltre ad aver svolto ulteriori perqusizioni, i militari hanno notificato anche un sequestro preventivo di beni ad uno degli indagati, l'imprenditore Lonetto, per un valore complessivo di poco più di 157 mila euro, composto da conti correnti intestati alla suddetta azienda di lavori elettrici e denaro contante rinvenuto in casa.