Armi e droga seppellite in città, 20 fermi a Catanzaro: smantellate due organizzazioni criminali

Catanzaro Cronaca

Due presunte organizzazioni criminali: una sarebbe stata impegnata nella gestione del traffico degli stupefacenti e l’altra in quello delle armi, quest’ultima anche con l’aggravante mafiosa.

A scoprirle e smantellare, nell’ambito dell’operazione denominata Secreta Collis”, è stata la Dda di Catanzaro che stamani all’alba ha fatto scattare un blitz che vede coinvolti venti indagati (QUI).

L’ipotesi degli inquirenti è che entrambe le strutture siano riconducibili a soggetti della zona nord della città di Catanzaro, nel quartiere di Gagliano, dei quali si ritiene di aver ricostruito anche i ruoli oltre ai vari ambiti di operatività e alle diverse attività illecite.

In particolare si è evidenziata la disponibilità di un imponente numero di armi e munizioni oltre che di hashish, che venivano nascosti in dei bidoni poi sotterrati in fondi ubicati in un’impervia area extraurbana situata sempre nella zona nord del capoluogo di regione.

Grazie a dei servizi di pattuglia e a delle perquisizioni eseguite dalla polizia, in differenti occasioni si sono infatti ritrovate in totale ben settanta armi da fuoco lunghe e corte, sia da guerra che comuni, e di diverso calibro, tra cui diversi kalashnikov, famigerati e potenti mitragliatori; e circa settemila munizioni. Nello stesso contesto sono stati scoperti, anch’essi interrati in alcuni bidoni, oltre 33 chili di droga tra marijuana e hashish.

Un quadro indiziario, dunque, che gli investigatori definiscono grave e che ha riguardato anche la struttura e il modo di operare della presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, di varia tipologia, la cui struttura ricadrebbe sempre nella città di Catanzaro, con attività di spaccio diffuso nella zona nord, individuata come base operativa per la detenzione, l’occultamento, la preparazione, il confezionamento e lo smercio della droga.

Stamani, dunque, su ordine del Gip del Tribunale locale, gli agenti della Polizia di Stato, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno eseguito la ventina di fermi a carico degli indagati, ritenendone sussistente il pericolo di fuga.

A vario titolo si contestano agli stessi l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e di armi con l’aggravante mafiosa, dato si sarebbe agito per agevolare le pericolose cosche di ‘ndrangheta locale; contestati poi il porto e la detenzione illegale di armi da fuoco ed altri reati, anche di droga.

Il provvedimento precautelare è stato eseguito dagli uomini della Squadra Mobile supportati dal personale della Sisco, da diversi Reparti Prevenzione Crimine, dalle unità cinofile della Questura di Vibo Valentia e dal V Reparto Volo della Polizia.

L’indagine della Dda è stata sviluppata tramite investigazioni tradizionali, attività tecniche, dichiarazioni di collaboratori di giustizia, riscontri sul campo e servizi dinamici sul territorio, durante i quali sono stati effettuati anche numerosi sequestri di armi e munizioni e di hashish e marijuana.

GLI INDAGATI

Gli indagati raggiunti dal fermo, tutti di Catanzaro, tranne l’ultimo che è di Vibo, sono: Domenico Rizza, detto Enrico, nato il 22 agosto 1956; Vincenzo Rizza, 18 luglio 1984; Marco Riccelli, 20 marzo 1989; Emanuele Enrico Le Pera, 2 febbraio 1996; Manuel Argirò, 22 giugno 1981; Massimo Longo, Catanzaro, 5 aprile 1969; Raffaele Iiritano, Catanzaro, 3 giugno 1969; Francesco Agostino, Catanzaro, 6 agosto 1968.

E poi, Vittorio Gentile, nato il 25 settembre 1974; Sergio Rubino, 20 febbraio 1977; Giuseppe Caroleo, 1 gennaio 1973; Angelo Posca, 29 settembre 1970; Salvatore Tedesco, 25 febbraio, 1993; Giuseppe Caliò, 14 marzo 1999; Rosario Nuccio Caliò, 20 gennaio 1986; Vittorio Falvo, 30 aprile 1991; Andrea Caracciolo, 10 novembre 1983; Giampaolo Tripodi, 16 novembre 1989; Loredana Ferraro, 24 giugno 1999; e Lorenzo D’Elia, 10 agosto 1977 (diVibo Valentia).