Crotone, passa la sfiducia contro Meo: rimosso dalla presidenza della commissione cultura
Fabrizio Meo non è più il presidente della IV commissione consiliare del comune di Crotone. È stato, infatti, nella seduta di ieri sfiduciato con 19 voti favorevoli alla richiesta presentata dalla maggioranza e da alcuni componenti della minoranza. E quella svoltasi ieri è stata una seduta dai toni anche accesi, non tanto sui numeri necessari per portare a questo epilogo, che erano, ben più che sufficienti, ma per i contenuti della seduta stessa.
Basti pensare che, pur essendo previsto dal secondo punto all’ordine del giorno, non si è arrivati, alla fine, dopo oltre due ore e mezza di discussione, al suo successore alla guida della commissione. E questo per un errore formale contenuto nella convocazione, che parlava di nomina e non di elezione, come ha fatto nota il presidente facente funzioni, Giuseppe Fiorino, subentrato dopo il voto di sfiducia come vice.
Nonostante le insistenze della maggioranza, che volevano chiudere subito la partita scegliendo il nuovo presidente, avendo già individuato il nominativo, Fiorino, alla fine, ha rinviato tutto alla prossima commissione. Venendo ai contenuti della seduta, Meo ha introdotto i lavori elencando le accuse che hanno portato alla sua cacciata dal ruolo di presidente, respingendo tutto ai mittenti perché a suo dire sono solo falsità.
Tra queste, le principali sono la ritardata convocazione della commissione sul partenariato pubblico-privato per i Giardini di Pitagora, l’utilizzo di un linguaggio scurrile e la poca democraticità nella commissione. Meo, come detto, ha respinto le accuse, che a suo dire ledono anche la sua dignità, e ricorda che su alcune questioni poste ha già attivato, con suoi esposti, la Procura della Repubblica di Crotone.
Dal canto loro i consiglieri firmatari sono intervenuti per ribadire le loro contestazioni accusando Meo anche di aver ritardato la convocazione della commissione per votare la sfiducia. Dopo una lunga discussione, poi, con interventi a favore e contro la mozione di sfiducia, il tutto è stato rimandato ad una prossima commissione, dove si eleggerà il nuovo presidente.
E sarà, presumibilmente, un esponente di maggioranza, così come in quasi tutte le commissioni, anche quelle di garanzie che, invece, per consuetudine spetterebbero alla minoranza.