Crotone. Querelato dal Comune per diffamazione, arriva l’archiviazione per Meo

Crotone Politica
Fabrizio Meo (a sinistra) e Giovanni Allevato

È stata archiviata la querela presentata dalla Giunta e dal sindaco di Crotone, lo scorso 11 gennaio, nei confronti del Consigliere Fabrizio Meo, con l’accusa di diffamazione e calunnia.

A darne notizia lo stesso Meo in una conferenza stampa tenuta nella sala dei Consiglieri Comunali, stamane, alla presenza dell’avvocato Giovanni Allevato, che lo ha difeso insieme al collega Tiziano Saporito.

Meo ha rimarcato come la calunnia presupponga l’esistenza di una preventiva denuncia o esposto che lui, però, sostiene di non aver presentato; e che tra l’altro, qualora accertata, preveda delle pene anche molto pesanti e gravi.

Il Pubblico Ministero, l’Ufficio della Procura, avevano già proposto l’archiviazione ma il Comune pitagorico, per il tramite dell’avvocato dell’ente, aveva proposto opposizione al provvedimento.

“Quindi – ha sbottato Meo durante la conferenza – sono stato costretto a comparire in un’udienza pubblica per difendermi da queste accuse. In questa circostanza sono stato costretto, per la verità, a dover incaricare due legali”.

Il riferimento è ovviamente agli avvocati Allevato e Saporito, che secondo Meo hanno avuto la capacità di ricostruire dettagliatamente tutto quanto da lui dichiarato nel corso di una trasmissione televisiva su una emittente locale, “dimostrandone l’assoluta veridicità”.

Sempre per il Consigliere verità che sarebbe stata evidenziata “con un quantitativo veramente imponente di documenti, di audio video, che hanno indotto il Gip investito della questione a definitivamente archiviare la querela che era stata proposta nei miei confronti”, precisa.

Per Meo, quindi, la pronuncia del Tribunale, risalente ai giorni scorsi, certificherebbe che egli “non abbia commesso il reato di calunnio né di diffamazione con le mie esternazioni, tra l’altro riportate nella mia memoria difensiva”.

Il consigliere ha quindi chiesto di “aprire molto più che una riflessione, ma delle indagini specifiche su quanto io ho scritto, ho documentato e non è stato ritenuto essere una calunnia, e meno che mai una diffamazione”.

“Esternazioni - ha poi ricordato - che riguardavano, tra l’altro, la gestione dell’amministrazione della convenzione tra l’ente comunale e l’Eni, ma anche la frequentazione del Comune di persone che hanno avuto a che fare con la giustizia, e la delega orale data dal sindaco”.

Meo ha ancora sostenuto che “l’agibilità democratica” del Comune sarebbe “assolutamente compromessa”, così come dimostrerebbero le sedute del Consiglio: “anche l'ultima, ma anche quelle precedenti”, ha sottolineato.

Infine, il consigliere ha ricordato che a causa dei quella intervista alla base della denuncia oggi archiviata, era stato anche sfiduciato dai suoi colleghi della Commissione Cultura.