Costruire in pietra tra tradizione e innovazione, al corso Gak l’archeologa Chiara Capparelli
Domani, giovedì 2 maggio, dalle 17 alle 19, nella Sala “Caiazza” della Casa della Cultura, in via Vittorio Emanuele a Crotone, con il patrocinio del Comune e nell'ambito delle iniziative di collaborazione già in atto, si terrà la XIV lezione del Corso di Archeologia e Storia organizzato dal Gak.
L'archeologa Chiara Capparelli, già presente nelle passate edizioni del Corso, relazionerà sul tema “Costruire in pietra tra tradizione e innovazione nelle realtà coloniali: i casi della Crotoniatide e della Sibaritide”.
L'intervento riprende quanto esposto nel corso di un convegno tenuto all'Università della Calabria lo scorso novembre, al quale l’archeologa ha preso parte come dottoranda del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Unical. Ed effettivamente, l'esposizione si concentra su uno degli argomenti approfonditi all'interno del progetto di dottorato.
In Calabria numerose sono le strutture in pietra riferibili cronologicamente alle più antiche fasi di vita dei primi insediamenti sorti nella nostra regione. Diverse sono, infatti, le evidenze architettoniche relative ad edifici di carattere privato, pubblico e sacro, testimonianza dell’uso di un’ampia varietà di tecniche di costruzione, contraddistinte da una continua innovazione, dall’impiego della materia prima locale e rivolte allo sfruttamento ragionato degli spazi a disposizione.
Questi processi sono osservabili nelle aree che, in antico, erano conosciute come Sibaritide e Crotoniatide, ricche di siti, indagati in passato o ancora in fase di scavo, coevi e poco distanti tra loro, coinvolti negli stessi processi che, dalla fine dell’VIII secolo a.C., rivoluzionano profondamente la vita delle comunità che si affacciano sul Mediterraneo.
Obiettivo dell'intervento è una esposizione, con un tentativo di confronto, delle evidenze archeologiche di epoca coloniale indagate in alcuni siti di questi significativi comprensori territoriali, utile per la definizione dei cambiamenti culturali ai quali sono state inevitabilmente sottoposte le comunità che, in epoca remota, abitavano in questi luoghi.
Lo studio sarà sviluppato su tre linee temporali diverse: una prima e remota, relativa all’approfondimento ed il confronto delle tecniche di costruzione adoperate; una seconda, più vicina alla contemporaneità e pertinente alla percezione che la società moderna ha delle testimonianze materiali del mondo antico; un’ultima, proiettata al futuro, tesa a esporre possibili strategie e prospettive di valorizzazione di quanto si conserva delle “rovine” del nostro passato.