Inchiesta Ducale, tra gli indagati un sacerdote: avrebbe cercato di veicolare voti
Tra i quattordici indagati coinvolti nell'operazione Ducale (QUI) figurerebbe anche un sacerdote: è quanto emerge dai fascicoli pubblicati dalla Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria, che sta proseguendo l'indagine sui presunti intrecci tra politica e 'ndrangheta volti ad agevolare affari ed ottenere vantaggi reciproci in vari settori della pubblica amministrazione.
Si tratta di Antonio Foderaro, sessantunenne incaricato diocesano per l'informatica dell'Istituto di Scienze Religiose. Nominato decano della Pontificia facoltà di teologia dell'Italia meridionale di Napoli, è accusato di scambio elettorale politico-mafioso per via di alcuni rapporti non ancora del tutto chiariti con Daniele Barillà, anche lui coinvolto nella stessa inchiesta.
Sono i Carabinieri del Ros ad evidenziare come risultino agli atti numerose intercettazioni "aventi come tema principale le consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria".
Secondo gli inquirenti, Barillà avrebbe chiesto a Foderaro di indirizzare i consensi elettorali verso Giuseppe Neri, consigliere regionale in quota Fratelli d'Italia e interessato anche lui dalle indagini.
L'operazione, condotta sotto il coordinamento del procuratore Giovanni Bombardieri e degli aggiunti Stefano Musolino e Walter Ignazitto, nonchè del pubblico ministero Salvatore Rossello, si sarebbe focalizzata sulla cosca Araniti operante a Sambatello, nella periferia nord di Reggio Calabria, che - secondo l'accusa - avrebbe avuto un ruolo attivo nelle elezioni regionali del 2020 e del 2021, nonché nelle elezioni amministrative del 2020 (QUI).