Gestione “personale” delle case popolari: così funzionava il “sistema Aterp”
Sono accusate di far parte di una associazione finalizzata alla commissione di falsi materiali e ideologici commessi da pubblico ufficiale in atti pubblici, corruzione, concussione e omissione di atti d’ufficio, oltre che di induzione idebita a dare e promettere utilità, tentanto peculato, tentata truffa aggravata ed invasione di edifici le otto persone arrestate questa mattina (LEGGI) dagli agenti di Polizia a Catanzaro, a seguito di un blitz svolto assieme ai Carabinieri sotto il coordinamento della Procura.
Un vero e proprio terremoto che ha il suo epicentro nell'Aterp di Catanzaro: secondo quanto ricostruito nella lunga indagine svolta nel corso di diversi mesi, l'assegnazione degli alloggi pubblici sarebbe avvenuta - almeno in parte - tramite un "sistema parallelo" garantito e gestito proprio dagli indagati di oggi, che si si sarebbero occupati di individuare ed assegnare in totale autonomia gli alloggi dell'azienda di edilizia pubblica.
LE GRADUATORIE AGGIRATE
L'azienda regionale ha infatti il compito di gestire gli immobili e renderli fruibili agli assegnatari, che però vengono decisi dai rispettivi Comuni con apposite graduatorie.
In questo caso, il sodalizio si ipotizza si sia sostituito a questo sistema permettendo l'accesso anche a soggetti non in stato di bisogno, e dunque a scapito dei reali beneficari.
In particolare, il gruppo si sarebbe occupatop di individuare soggetti interessati ad ottenere un alloggio popolare, proponendo loro l'accesso diretto a fronte del versamento di una somma di denaro.
Allo stesso modo, avrebbe preteso dei pagamenti anche da chi fosse già all'interno degli alloggi, con la scusa di garantirgli la posizione.
Tra gli arrestati, questa mattina, anche un ex amministratore locale che, seppur privo di incarichi, che secondo gli inquirenti "avrebbe garantito un solido 'ponte' per collegare il sodalizio con l'azienda, in virtù di consolidate amicizie con i funzionari dello stesso ente".
GLI INDAGATI
Degli otto indagati, in due sono stati trasferiti in carcere: si tratta di Gianluca Bevilacqua e Vincenzo Celi, quest'ultimo ex responsabile dell'ufficio patrimonio dell'Aterp di Catanzaro.
Ai domiciliari invece Sergio Costanzo, attuale consigliere comunale di Forza Italia ed ex consigliere provinciale; Domenico Albino, funzionario delegato dell'Aterp; Domenico Bevilaqua, Sandro Veraldi Gironda, Concetta Raffa e Manlio Severino, tutti dipendenti dell'Aterp.
Disposta inoltre l'interdizione dai pubblici uffici per Ivan L'Arocca e Giuseppe Grande, della Polizia Municipale di Catanzaro, e per Raffaella Trapuzzano, dipendente dell'Aterp di Lamezia Terme.