“Filo dopo Filo”: la detenute di Castrovillari protagoniste della moda

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La volontà di imparare, il desiderio di riscatto e di una speranza di futuro al di là delle sbarre sono stati gli ingredienti fondamentali che hanno portato al successo il percorso formativo “Filo dopo filo: Cucire il futuro”, un vero e proprio laboratorio sartoriale curato dal fashion designer Claudio Greco e fortemente voluto dall’Associazione Jole Santelli in collaborazione con il Direttore dalla casa circondariale “Rosetta Sisca” di Castrovillari, Giuseppe Carrà.

Il percorso, che ha visto impegnate ben venticinque detenute, è volto al termine con la sfilata tenutasi nel Teatro Vittoria della casa circondariale il 9 giugno, un evento condotto da Francesca Russo.

La sfilata di oggi non è solo la chiusura di un progetto ma rappresenta un’apertura verso nuove possibilità…la dignità passa dal lavoro, dal sentirsi capaci, utili, riconosciute”, ha affermato Paola Santelli.

Modelle per una sera

Le capacità delle detenute, ma soprattutto il loro impegno, si sono manifestate nel grande lavoro prodotto. L’evento ha visto protagoniste tre sfilate, ognuna delle quali ha avuto un gruppo di modelle, professioniste e detenute, che hanno portato sul palco un segno di uguaglianza, determinazione e voglia di riscatto.

In passerella anche una selezione di gioielli del maestro orafo Michele Affidato, fino ad arrivare alle tanto attese creazioni del laboratorio sartoriale.

Una sfilata di colori, fiori e stampe anni ’80 hanno caratterizzato gli abiti realizzati, anche in questo caso simbolo di voglia di vivere, perché oltre il percorso penitenziario c’è molto di più.

Il velo del pregiudizio

“È la celebrazione di un cammino, un palco dove sfilano non solo abiti eleganti ma storie, fragilità trasformate in forza, mani che cucendo hanno ritessuto parti della propria vita. Ogni creazione è simbolo di una seconda possibilità che prende forma e si mostra con fierezzaha aggiunto Santelli.

Ospiti dell’evento Wanda Ferro, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno, e Gianluca Gallo, Assessore all’agricoltura della Regione Calabria.

“Spesso sui detenuti c’è velo di pregiudizi, posso dire che sulle donne questo velo abbia un peso maggiore. Non tutte si trovano a scontare una pena perché hanno commesso un errore volontariamente, molte sono state costrette dall’ambiente familiare che le circondava, questo merita ancora più rispetto. Con questo progetto abbiamo voluto dar loro quel rispetto di sé stesse, quella forma di dignità che spesso solo il lavoro ti fa sentire, perché la detenzione deve essere prima di tutto “rieducazione” e “riabilitazione” per la propria vita” ha dichiarato Carrà.