Accusato di ‘ndrangheta, confiscati i beni ad un imprenditore reggino
Beni mobili ed immobili per un valore di sette milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia a Terenzio Antonio D'Aguì, 50 anni, imprenditore di Melito Porto Salvo, nel reggino, accusato di essere affiliato alla 'ndrangheta. I beni confiscati consistono nel patrimonio della Beton, diversi appartamenti e auto di lusso. L'uomo è il titolare di un'impresa operante nel settore produzione e fornitura calcestruzzi ed inerti a Bova Marina.
D'Aguì è stato sottoposto nel giugno 2008 con altre 41 persone, a fermo di indiziato di delitto per associazione di tipo mafioso nell'ambito dell'operazione denominata "Bellu Lavoru" ed è ancora detenuto.
Nel corso delle indagini si delineò l'attuale assetto della 'ndrangheta sui territori interessati e, in particolare, delle cosche dette "Talia-Vadalà" di Bova Marina, "Maisano" di Palizzi e "Morabito". La ditta di D'Aguì si era aggiudicata appalti per importi di 7 milioni di euro per la fornitura di calcestruzzo per la realizzazione della variante dell'abitato di Palizzi e di un plesso scolastico a Bova Marina.
I beni confiscati dalla Dia in esecuzione del decreto del Tribunale di Reggio Calabria sono costituiti dal patrimonio aziendale e sociale della D'Aguì Beton srl con sede sempre a Bova Marina; due appartamenti con magazzini e box auto nel complesso "La Rada Azzurra" di Bova Marina; un appartamento e relativo posto auto a Roma; una residenza montana di sette vani ubicata a Villaggio Palumbo di Cotronei, nel crotonese; una autovettura Porche 911 Carrera.