Placanica: al via il 7 agosto il “Paliu da Motta”
Chi taglierà la testa al marchese? «Tranquilli, niente sangue: è solo un gioco», assicurano gli organizzatori. Si tratta del “Paliu da Motta” (da Motta Paganica, antico nome del paese), sfida ludica in abiti d’epoca tra le contrade di Placanica, che domenica 7 agosto aprirà l’edizione 2011 di “Borgo in Fiore”, manifestazione estiva organizzata dall’omonima associazione e dal comune.
Gli abitanti delle quattro squadre (Palma, Rosa dei Venti, Popolari e San Tomasi), con in dosso i colori delle diverse contrade, si affronteranno in una serie di sfide che culmineranno nella “decapitazione” del marchese da parte del “contadino” vincitore. La messa in scena (il nobile malcapitato è, ovviamente, solo un fantoccio) deriva da una leggenda placanichese. Si narra infatti che un geloso contadino placanichese, stanco dell’ingiustizia dello jus primae noctis (il diritto del signore feudale di godere delle mogli dei sudditi la prima notte di nozze), con l’aiuto di alcuni soldati, sia riuscito a entrare nel Castello travestito da donna e uccidere il marchese, decapitandolo. La leggenda narra anche del contadino che porta per le vie del paese la testa mozzata del marchese a mo’ di trofeo.
Il Palio rientra, in tal senso, nello spirito proprio del Borgo in Fiore, quello di richiamare, anche attraverso i giochi le atmosfere medievali e la storia di Placanica.
Naturalmente non sarà l’unico ingrediente: la prima serata registra l’avvio delle mostre artistiche, fotografiche e artigianali che coloreranno catoj, vie e monumenti del Borgo, nel centro storico del paese, dal “Ponte” al Castello. Strade che saranno decorate da addobbi floreali e animate dai gruppi di tarantella itinerante. I visitatori potranno inoltre assaggiare presso i vari punti ristoro le sfiziosità del luogo. Il pezzo forte dell’offerta culinaria quest’anno sarà la polpetta, con tanto di sagra in “tema”.
In serata, presso il suggestivo anfiteatro che si trova ai piedi del Borgo, il saggio di danza della scuola Tersicore di Lidia Strangio. A seguire, balli popolari fino all’alba.