Verbicaro: Spingola sulle 5 giornate della memoria
“Io credo che la massiccia partecipazione della popolazione di Verbicaro ma anche di persone della zona denota l’interesse per quei fatti, io ritengo che l’amministrazione abbia fatto un lavoro utile nel costruire queste cinque giornate della memoria nella direzione di restituire alla popolazione e al più vasto pubblico la dialettica esistente su quel periodo storico e sui fatti di Verbicaro. - È quanto ha dichiarato il sindaco del paese in provincia di Cosenza, Felice Spingola sull’iniziativa in atto fino a domenica per ricordare a cento anni di distanza le rivolte del 1911 quando scoppio un’epidemia di colera - Fino ad ora il lavoro è stato ottimo, rimangono queste altre giornate, abbiamo avuto l’assessore regionale alla Cultura, abbiamo avuto dei familiari di militi sanitari che sono venuti dalla Sardegna, il professore Pitto dell’Università della Calabria, stasera ci sarà Maria Pia Lorenzi che ha scritto un romanzo “La signora della penombra” che riprende i fatti di Verbicaro e anche un volume di ricostruzione storica “Colera sovversivo”. Chiuderemo la parte di riflessione e di restituzione di quello che è il punto allo stato attuale delle ricerche con Vito Teti sabato sera, ci sarà anche una lettura drammatizzata di alcuni brani del volume da me scritto che è alla sua seconda edizione “La paura di Verbicaro” da parte di un’attrice Egidia Bruno.
Il lavoro comunque non si ferma con sabato e poi con l’affissione della lapide in onore dell’allora parroco Antonio Lucia che si farà domenica pomeriggio ma continua sia nell’attività di studio e di ricerca a livello nazionale ed internazionale per recuperare tutto quello che c’è negli archivi su questa vicenda e non solo perché il lavoro si allarga all’interno del centro della memoria che il Comune ha voluto istituire anche con il supporto economico della Regione Calabria e quindi si recupereranno all’interno di questa struttura tutti i documenti che sono sparsi nei vari archivi regionali, nazionali ed internazionali proprio per mettere nelle condizioni gli studiosi di avere tutto il materiale disponibile nel più breve tempo possibile nelle migliori condizioni possibili in modo da continuare questa riflessione soprattutto per le implicanze a livello nazionale ed internazionale che quella vicenda ebbe per quanto concerne soprattutto la parte delle politiche socio sanitarie in Italia ma non solo quelle anche la questione del suffragio universale, l’impostazione dell’agenda politica dei partiti dell’epoca. Uomini importanti, è stato già sottolineato più volte, del calibro di Don Carlo De Cardona si recarono a Verbicaro per organizzare i soccorsi ai colerosi, presero la difesa dei verbicaresi meridionalisti come Gaetano Salvemini, Giustino Fortunato lo stesso Gramsci, insomma ci fu una situazione in cui si dibatté molto della questione delle condizioni delle masse contadine non solo al sud ma in Italia in generale. Purtroppo ci furono 15 mila morti accertati in tutta Italia a causa di quella che fu una sciagurata iniziativa del Governo centrale di tenere nascosto l’epidemia colerica perché erano in corso i festeggiamenti del primo 50esimo dell’Unità d’Italia. Io ritengo che – conclude il primo cittadino – episodi come quello di Verbicaro e altri che in quel periodo avvennero in molte parti d’Italia siano la spia di quello che era una gestione autoritaria da parte del governo di allora dell’amministrazione della cosa pubblica e quindi da questo punto di vista assumono questi episodi una valenza che va al di là della stessa volontà dei protagonisti di allora e coinvolgono nel dibattito la classe politica nazionale e gli intellettuali.”