Lecce sul piano regionale di sviluppo turistico sostenibile

Cosenza Attualità

“Il Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile redatto dalla Giunta regionale della Calabria deve essere integrato, arricchito e corretto”.

E’ quanto afferma, in una nota, l’assessore al Turismo, Sport e Spettacolo della Provincia di Cosenza, Pietro Lecce.

“Lo ha stabilito all’unanimità -aggiunge Lecce- il Tavolo di Partenariato Provinciale, convocato ad hoc e presieduto dal sottoscritto su delega del Presidente Oliverio per discutere il Piano alla presenza delle organizzazioni di rappresentanza sociale e del sistema produttivo, soprattutto turistico, del territorio. Dall’incontro è emersa, innanzitutto, l'esigenza, da rappresentare alla Regione Calabria, di coinvolgere più attivamente il Comitato Istituzionale per le Politiche Turistiche, istituito ai sensi della legge n. 8/2008, nonché la necessità di un’azione sinergica tra le parti per addivenire ad un Piano che possa assolvere in pieno i compiti definiti dalla stessa legge regionale ed indirizzare, quindi, le politiche turistiche con chiarezza di obiettivi, efficacia delle azioni, efficienza degli strumenti attuativi”.

“Il Piano –si legge nella nota- presenta incongruenze ed errori analitici che, nel complesso, danno l’impressione di una generale sottovalutazione delle potenzialità di sviluppo turistico sostenibile del vasto territorio della Provincia di Cosenza che, si rammenta, è uno dei più estesi d’Italia, è inserito in uno dei contesti euro mediterranei più ricchi di variabilità di paesaggi naturali, ambientali, storici, insediativi e culturali ed è il territorio che registra nettamente i valori più alti su tutti gli indicatori-chiave dell’offerta turistica e dei flussi. Le maggiori criticità riguardano, in particolare, un grave deficit nell’analisi e nell’interpretazione dei valori, delle vocazioni e dei patrimoni di cui il territorio della Provincia di Cosenza è dotato e l’esclusione, senza nessuna giustificazione o argomentazione di merito, dalle Aree a Maggiore Attrattività Turistica di diversi contesti e singoli comuni che, al contrario, presentano risorse e potenzialità turistiche rilevanti.

In particolare abbiamo fatto riferimento ad alcuni Comuni dell’Alto Ionio (Nocara, Rocca Imperiale, Canna, Oriolo, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Castroregio, Amendolara, Albidona); del Basso Ionio (Crosia, Paludi, Calopezzati, Cropalati, Caloveto, Pietrapaola, Mandatoriccio, Scala Coeli, Cariati, Terravecchia) e del Basso Tirreno come Fiumefreddo Bruzio, Longobardi, Belmonte Calabro, Lago, Aiello Calabro, Serra d’Aiello, San Pietro d’Amantea, Cleto, di cui chiediamo l’immediata inclusione nelle Aree a Maggiore Attrattività Turistica riconosciute dal Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile”.

“La Provincia di Cosenza, inoltre –prosegue l’assessore Lecce- è la provincia più dotata in termini di patrimonio storico-monumentale e archeologico. Basti pensare che dei 277 musei che il Piano annovera a livello regionale, ben 104 si trovano nel cosentino, mentre, per fare un altro esempio assai noto, l’area archeologica di Sibari rappresenta, da sola, più della metà dei 4000 ettari di aree archeologiche vincolate della Calabria.

Fuori luogo appare, quindi, la parte del Piano che rappresenta la nostra provincia, al confronto con le altre, come un territorio scarsamente ricco di identità, tradizioni ed arte, cosa che stride non solo con l’evidenza dei dati ma anche con il senso comune”.

“Criticità analoghe, infine –conclude l’Assessore provinciale al Turismo- si evidenziano anche sull’analisi delle produzioni rispetto alle quali, ancora una volta, il territorio cosentino è rappresentato come povero, laddove al contrario, è nettamente il più dotato di produzioni dell’agroalimentare tipiche, tradizionali o certificate DOC, IGT, DOP, ecc., le quali, com’è noto, sono diffuse su tutto il territorio e segnatamente nei contesti costieri, della collina e della montagna e nei distretti (la Provincia di Cosenza, tra l’altro, è l’unica ad avere un Distretto Agroalimentare di Qualità e ben tre Distretti Rurali). Anche rispetto a quest’ultimo punto chiediamo che siano apportate le quanto mai necessarie correzioni ed integrazioni”.