Inchiesta eolico, non risponde al Gip l’estorsore accusato
Si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Rocco Mungo, 52 anni, imprenditore edile di Vallefiorita (Cz), finito in carcere con l'accusa di aver tentato un'estorsione aggravata, insieme ad altre due persone, nei confronti della societa' "Brulli energia Spa", impegnata nella realizzazione del parco eolico di Girifalco, nel catanzarese. L'uomo e' comparso per l'interrogatorio di garanzia con il proprio difensore, l'avvocato Arturo Bova, davanti al gip Antonio Rizzuti che ha emesso a suo carico l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia che sta coordinando le indagini dei carabinieri della Compagnia di Girifalco. Secondo la tesi della pubblica accusa, nel maggio 2009 il rappresentate della "Brulli" sarebbe stato avvicinato da Giovanni Bruno, successivamente ucciso in un agguato, il quale avrebbe richiesto alla ditta emiliana il pagamento di una somma di denaro con lo scopo "di agevolare la crescita del territorio" - nonostante ne' lui ne' alcuno dei suoi familiari fossero in possesso di terreni legati all'iniziativa -, nonche' per evitare che succedessero "cose strane" nei cantieri. A favorire questo incontro sarebbe stato proprio Mungo, insieme a un altro imprenditore di Girifalco, Domenico Strumbo, gia' arrestato per lo stesso motivo il 17 maggio scorso e tutt'ora in carcere.