Eolico: 30 avvisi conclusione indagini, archiviazione per Loiero

Calabria Cronaca

Associazione per delinquere, corruzione, abuso d'ufficio e falso. Sono queste le ipotesi d'accusa contestate, a vario titolo, ai numerosi indagati coinvolti nella vasta inchiesta relativa alla realizzazione di diversi parchi eolici in Calabria, che secondo l'ipotesi accusatoria sarebbe costellata di illeciti. Trenta, in particolare - tra politici, ex amministratori e funzionari della Regione Calabria, imprenditori, ed anche tre società -, i destinatari di un avviso di conclusione indagini emesso dal titolare dell'inchiesta, il sostituto procuratore Carlo Villani, ed atteso ormai da prima dell'estate, all'epoca dell'ultima proroga concessa per le investigazioni e del deposito delle ultime informative da parte degli inquirenti.

Il pubblico ministero - scrive l'Agi - ha contestualmente chiesto l'archiviazione delle accuse ipotizzate nei confronti di diciassette persone, tra le quali l'ex presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e l'ex assessore regionale all'Ambiente, Diego Tommasi. Più in dettaglio, i provvedimenti di chiusura indagini emessi dal pm Villani riguardano due distinte tranches dell'inchiesta, una relativa al presunto pagamento di una tangente di due milioni e 400.000 euro che sarebbe stata pagata ad esponenti politici da imprenditori interessati ad entrare nel business dell'eolico in Calabria per la realizzazione del parco eolico di Isola Capo Rizzuto e per l'adozione da parte della Regione Calabria delle "Linee guida sull'eolico"; ed una relativa e tutte le successive attività per la costruzione di vari parchi nella regione, ed in particolare nel Cosentino, seguite alle varie richieste autorizzative presentate da diverse ditte.

Rispetto alla prima sono gli indagati tre società e nove persone, tra cui l'ex vice presidente della Giunta calabrese, Nicola Adamo, l'ex dirigente esterno del settore commercio artigianato ed energia del dipartimento Economia della Regione, Carmelo Misiti. La seconda tranches ha coinvolto invece altri funzionari e dirigenti della Regione Calabria, tra cui l'ex direttore generale dell'assessorato all'Ambiente, Giuseppe Graziano. Il materiale relativo ad un terzo filone d'indagine non strettamente connesso alla questione dell'eolico, infine, è stato inviato alla Procura di Cosenza, territorialmente competente. L'archiviazione delle accuse è stata chiesta, oltre che per Loiero e Tommasi, anche per Enza Bruno Bossio, Renato D'Andria, Rosaria Claudia Longo, Carlo Copat, Francesco Bitonte, Antonio Marasco, Stefano Casale, Antonio Speziali, Giorgio Marincola, Luca Iviani, Giovanbattista Lopreiato, Giuseppe Mazzitello, Domenico Antonio Basile, Paolo Giovanni Pagliuso Fabiano e Angelo Gangi. Rispetto a tutti loro, adesso, la parola passa al giudice per le indagini preliminari, chiamato a decidere sulla richiesta del pm.

Si conclude così un'inchiesta lunga e complessa, avviata nel lontano 2006 e passata per ben tre diversi Uffici di procura. Le indagini, infatti, presero le mosse da Paola, da dove il relativo fascicolo di oltre cento faldoni fu poi trasmesso a Cosenza per competenza territoriale, e dove vennero poi inviate a Catanzaro poiché i presunti reati sarebbero stati commessi nel capoluogo calabrese. Qui, divisa fra le varie Forze di Polizia, la mole di materiale investigativo è finita all'attenzione del sostituto Carlo Villani che adesso, dopo lunghi mesi di lavoro, ha tagliato il primo traguardo. La parola passa ora agli indagati - rispetto ai quali si parla di mere ipotesi d'accusa tutte da verificare - cui la legge assegna un periodo di tempo per effettuare ogni attività utile alla piena realizzazione del diritto di difesa.