Laurenzano e Schifino: “Equità e sviluppo per salvare l’Italia e l’Europa”

Crotone Attualità

"L’analisi del Presidente Giuseppe De Rita, espressa nel rapporto annuale pubblicato dal Censis, sulla crisi del sistema economico derivante “dal non governo della finanza globalizzata”, ci aiuta a comprendere i pericoli, non ipotetici ma reali, che corre l’Italia e l’Unione Europea se non saranno in grado di compiere scelte tempestive e incisive per contrastare la speculazione finanziaria internazionale, che utilizza i debiti sovrani per destabilizzare l’euro, con il pericolo di default degli Stati più esposti. - E' quanto scrivono Michele Laurenzano ed Ubaldo Schifino - L’economia reale viene dunque, aggredita e condizionata dai poteri finanziari, mentre emergono i limiti di leadership dei governi nazionali per i ritardi accumulati nel portare a compimento il processo d’integrazione, non solo economico ma anche politico dell’Unione Europea.

Il Governo Berlusconi, demagogico e populista, ha nascosto agli italiani la gravità della crisi mondiale e lo stato reale, al limite dell’insolvenza, della finanza pubblica e per mesi ha continuato a proporre soluzioni fiscali ed economiche fittizie, con l’intendo non di risolvere ma di scaricare i problemi del nostro Paese sull’intera comunità europea.

L’intervento autorevole del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, dopo la perdita del consenso parlamentare della maggioranza di centrodestra, ha contribuito in maniera rilevante a far maturare tra le forze politiche e nell’opinione pubblica la consapevolezza collettiva della crisi sistemica e dell’urgenza di scelte coerenti per salvare l’euro e l’Italia da un imminente default, con conseguenze catastrofiche sull’intera Europa.

Il nuovo Governo presieduto da Mario Monti, palesemente condizionato dal rifiuto del centrodestra a sostenere imposte dirette sui grandi patrimoni immobiliari e mobiliari, ha approvato il decreto “salva Italia” con misure “pesanti” di austerità che avranno un indubbio riflesso negativo sui contribuenti titolari di redditi dipendenti e sui ceti sociali più deboli e che possono frenare la crescita produttiva e favorire la stagnazione e la recessione economica del Paese.

Il PD, che ha scelto con coerenza e responsabilità, senza badare alle proprie convenienze elettorali, di spendersi per salvare il Paese e di sostenere il Governo Monti, esprime il rammarico che una parte importante delle proprie proposte - in direzione di una maggiore equità fiscale e di scelte più incisive per la crescita economica - non ha trovato conferma nel Decreto approvato dal Consiglio dei Ministri. - Continua la nota - Tuttavia, occorre continuare la pressione sociale affinché il carico fiscale venga meglio ridistribuito per colpire la giungla degli evasori fiscali e dei possessori delle grande ricchezze patrimoniali e finanziari.

I sondaggi elettorali in crescita del PD, ci confermano il grado di condivisione dei cittadini del lavoro difficile di Bersani, e dell’intero gruppo dirigente del partito, nel gestire questa fase critica del nostro Paese.

Il partito appare coeso come mai era stato, pur nel rispetto delle diverse sensibilità politiche e culturali dei gruppi dirigenti che sono una ricchezza del pluralismo democratico, si percepisce tra i nostri militanti e i cittadini, l’immagine di una forza di governo responsabile e autorevole capace di guardare agli interessi superiore del Paese e dell’Unità Europea.

In questa situazione nazionale emerge anche nelle file del PD, soprattutto a livello locale, qualche commento superficiale ed errato sul piano dell’analisi e della realtà politica, che riduce il proficuo e unitario dibattito interno a ipotesi semplicistiche, che portano a dividere il gruppo dirigente tra sinistra e destra, collocando artificiosamente Il Segretario Bersani con Fassina da una parte e il Vice Segretario Letta, con Ichino e Renzi, dall’altra parte.

Uno schematismo che contrasta non solo con la realtà, ma con il ruolo istituzionale di sintesi politica che il Segretario e il vice Segretario del partito, per mandato congressuale, sono chiamati a svolgere e che stanno autorevolmente interpretando.

Tutto questo è segno di mancanza di una sana dialettica democratica nella vita interna del partito che paga ancora un prezzo altissimo, a Crotone e in Calabria, di una stagione di divisioni logoranti e di sconfitte elettorali pesanti, che solo un congresso coraggioso, capace di cogliere le cause reali del persistente malessere e delle sconfitte subite, può favorire un reale rilancio politico e organizzativo del PD. - Concludono - Tutti dobbiamo, non a parole ma nei fatti, favorire le condizioni per avviare la stagione congressuale in un clima sereno e costruttivo, che favorisca l’analisi e la sintesi unitaria, con l’obiettivo di aggregare le tante intelligenze di donne e uomini di cui il partito è ricco e che può impegnare in un progetto di rinnovamento della politica, che sappia essere coerente con principi etici e morali indispensabili per ridare credibilità e prestigio alle istituzioni democratiche repubblicane."




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