Ss 106: spari contro l’autovelox sulla strada per Isola
«Uno sfregio alla collettività, un gesto contro la sicurezza degli automobilisti che percorrono un tratto di Statale 106 particolarmente pericoloso». Il sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole, definisce in questi termini il danneggiamento dell’autovelox comunale posizionato sulla statale 106 jonica, in corrispondenza della pericolosa curva in discesa che precede il bivio di Le Castella. Nelle scorse ore ignoti hanno esploso contro l’autovelox alcuni colpi di pistola calibro 45, scalfendo l’involucro esterno, blindato, dell’apparecchio. L’episodio è stato segnalato dalla Polizia stradale, mentre i rilievi sono stati effettuati dai carabinieri e dalla Polizia municipale di Isola. L’autovelox, dunque, funziona ancora, ma è il gesto che, secondo il primo cittadino Girasole, rappresenta «uno sfregio alle vite che l’autovelox ha salvato». «Il rilevatore – spiega il sindaco – non è stato messo in quel punto per fare cassa, ma perché lungo quella discesa, in quella curva, sono già state perse troppe vite umane. È un punto molto pericoloso, sul quale abbiamo ritenuto doveroso intervenire per prevenire altre perdite, altri lutti. Cosa che, evidentemente, non importa a chi ha tentato di danneggiare l’autovelox».
Ma i colpi di pistola esplosi contro il rilevatore di velocità non sono l’unico atto vandalico compiuto negli ultimi giorni a Isola Capo Rizzuto. «Auto bruciate – prosegue Girasole – danneggiamenti, atti vandalici di varia entità, testimoniano di un clima che si sta facendo davvero troppo caldo. Si tratta di segnali inquietanti, tanto più che alcuni di questi gesti hanno anche un forte significato simbolico». Come il rogo dell’albero di Natale allestito in piazza dalle Giacche verdi con le “padelle” di polistirolo che si usano per le piccolissime piantine di finocchio. «Avevamo allestito quell’albero – spiega Girasole – per richiamare l’attenzione su un problema ambientale molto serio. Ogni anno, infatti, dopo la piantumazione dei finocchi, migliaia di “padelle” di polistirolo vengono bruciate o gettate nei campi o nei corsi d’acqua, con un notevolissimo danno per l’ambiente». «Con le Giacche verdi volevamo sollecitare una discussione su questo problema – prosegue il sindaco - parlare della possibilità di riciclarle. E invece qualcuno ha dato fuoco all’albero, ancora una volta in spregio al bene comune, ad ogni ipotesi di confronto civile, ad ogni possibilità di crescita e miglioramento». Perché secondo il primo cittadino il punto nodale è proprio questo: «Non può esserci alcuno sviluppo del territorio, alcuna crescita, se ciascuno di noi non si rende conto che il “bene comune” è patrimonio di noi tutti, e come tale dev’essere difeso e tutelato perché nostro e dei nostri figli».