Investiva in borsa fondi antiusura, arrestato presidente Confidi
Distraeva ed investiva in borsa fondi antiusura. Con questa accusa la Guardia di Finanza di Catanzaro ha arrestato un medico di base, Salvatore Froio, 57 anni, presidente di un consorzio fidi di Soverato (Cz). L'arresto e' stato eseguito questa mattina, dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro, al termine di una complessa indagine, coordinata dal procuratore della repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo e dal sostituto procuratore, Paolo Petrolo. L'indagine avrebbe disvelato ripetute sottrazioni di fondi pubblici - erogati dal ministero dell'economia e delle finanze e destinati alla prevenzione del fenomeno dell'usura - commesse dall'indagato in qualita' di presidente del consorzio fidi Italia, societa' di garanzia collettiva fidi operante nella cittadina dello Ionio. Il professionista tratto in arresto, oltre che di peculato, per la distrazione dei fondi antiusura, deve anche rispondere di falso in atto pubblico, per aver attestato falsamente, nelle rendicontazioni al ministero dell'economia e delle finanze sull'utilizzo dei fondi ricevuti, l'esistenza dei contributi sui conti correnti del consorzio, quando, invece, questi erano stati gia' da tempo da egli artatamente distratti o sottratti; simulazione di reato, per aver denunciato falsamente il furto di documentazione contabile del consorzio, al fine di impedirne la verifica e l'ispezione disposta dal ministero competente; false comunicazioni sociali, per aver esposto fatti materiali non rispondenti al vero nei bilanci del consorzio, al fine di mascherare l'appropriazione delle somme, ingannando soci e terzi. Le indagini delle fiamme gialle avrebbero fatto emergere come il presidente del consorzio fidi di Soverato, ente percettore, tra il 1998 e il 2003, di quattro contributi, per un totale di un milione di euro circa, provenienti dal fondo ministeriale per la prevenzione del fenomeno dell'usura (finalizzato, esclusivamente, ad agevolare la concessione, da parte delle banche, di finanziamenti alle piccole e medie imprese a rischio usura), avesse distratto e disperso, sistematicamente, tali risorse, destinate a finalita' di alto interesse sociale. Il primo contributo, ricevuto nel 1998, di 250 mila euro, era stato impiegato, in gran parte, per garantire finanziamenti ad imprese che non possedevano i requisiti previsti dalla normativa che disciplina l'utilizzo del fondo ministeriale. Le indagini avrebbero evidenziato, gia' nell'impiego di tale contributo, alcuni casi di commistione di interessi incrociati tra gli amministratori del consorzio che istruiva le pratiche di finanziamento, la banca che erogava i finanziamenti e alcune imprese beneficiarie. Il secondo contributo, erogato dal ministero nel 1999, di 360 mila euro, risulta, invece, distratto attraverso la spartizione della somma tra imprese e persone fisiche riconducibili all'indagato. Il terzo contributo, di 270 mila euro, accreditato al consorzio nel 2001, e' stato utilizzato dal medico soveratese per investimenti finanziari ad alto rischio. sono state, infatti, sottoscritte polizze assicurative ad elevato contenuto finanziario (il cosidetto "unit-linked"), emesse da una societa' anonima di diritto lussemburghese. Anche in questo caso, il frutto della speculazione finanziaria, rappresentato dal riscatto anticipato della polizza medesima, e' stato abilmente occultato. Il quarto contributo, accreditato nel 2003, di 85 mila euro, e' stato, al pari del secondo, distratto dall'arrestato e destinato direttamente a societa' facenti capo al fratello del presidente del consorzio. A dare impulso alle indagini e' stata la perquisizione della sede di fatto del consorzio fidi, nella struttura "villa Elisa" di Soverato, eseguita dai finanzieri di Catanzaro, nel corso della quale e' stata ritrovata una imponente mole di documentazione, per lo piu' bancaria ed amministrativo-contabile, che l'indagato, con una falsa denuncia di furto, aveva sottratto all'ispezione da parte di funzionari del ministero dell'economia e delle finanze e che ha rivelato le avvenute distrazioni di denaro pubblico. L'analisi documentale, integrata da numerose acquisizioni di informazioni e di atti presso enti dislocati su tutto il territorio nazionale, la successiva complessa ricostruzione delle movimentazioni dei fondi statali ricevuti (parte dei quali occultati anche all'estero), l'esame dei bilanci e delle delibere degli organi amministrativi e di controllo interni al consorzio, hanno consentito di fare piena luce sull'intera vicenda, all'esito della quale sono state segnalate alla magistratura 5 persone. Il gip di Catanzaro ha ritenuto sussistenti i presupposti per l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del presidente del consorzio soveratese.