Dal biologico nuove prospettive per il mondo agricolo di Isola
Dall’esperienza di coltivazione biologica - si legge in una nota del comune di Isola Capo Rizzuto - sui terreni confiscati alla ‘ndrangheta potrebbe prendere avvio una vera rivoluzione per l’intero comparto agricolo del territorio di Isola Capo Rizzuto. Ne è fermamente convinta l’Amministrazione comunale di Isola, che ritiene l’esperimento un potenziale volano di sviluppo capace di invertire l’attuale tendenza negativa nel settore agroalimentare.
“Non è un periodo facile per gli agricoltori – ammette il sindaco Carolina Girasole – chiamati a fare i conti con una crisi sempre più intensa e con un mercato che li costringe a vendere i loro prodotti a prezzi sempre più bassi. Una situazione insostenibile, che se dovesse perdurare potrebbe portare alla scomparsa di attività produttive storiche e di grande qualità”. In questo quadro, una possibile soluzione potrebbero offrirla le produzioni biologiche. “La scelta di coltivare solo prodotti biologici sui terreni confiscati – spiega Girasole – ci ha permesso di entrare in contatto con una serie di distributori e produttori, nazionali e internazionali, specializzati in questo settore. Da loro abbiamo appreso che i prodotti biologici continuano a conquistare fette di mercato sempre più ampie. E che un numero sempre crescente di consumatori sceglie la qualità al posto della quantità, comprando un po’ meno, ma puntando con decisione sul biologico”. Insomma il mercato del biologico sembra risentire meno della crisi, perché è sostenuto da acquirenti che hanno fatto una scelta di vita ben precisa e consapevole. “Ecco perché – prosegue il primo cittadino – la coltivazione biologica sui terreni confiscati alla malavita potrebbe essere il primo passo di un percorso più complessivo che potrebbe coinvolgere l’intero comparto agricolo. Tanto più se pensiamo che gli stessi contatti attivati per la distribuzione dei prodotti coltivati sui terreni confiscati potrebbero attivarsi per tutti i produttori di Isola che sceglieranno la via del biologico”.
Il loro interesse, infatti, è stato confermato e sottolineato nel corso del convegno “Agricoltura Biologica, i motivi, i vantaggi, il futuro dei prodotti biologici in Italia ed in Europa” che si è svolto a gennaio presso il centro Arssa di Villa Margherita in località Sant’Anna. In quella occasione i rappresentanti di marchi nazionali e internazionali del calibro di Naturasì, Coop, Relais Vert, Alce Nero & Mielizia e Brio, si sono detti apertissimi ad una collaborazione con i produttori agricoli di Isola Capo Rizzuto che dovessero scegliere la produzione biologica. Proprio a questi contatti potrebbe collegarsi un Consorzio agricolo, alla cui costituzione sta pensando l’Amministrazione comunale; un gruppo di produttori accomunati dalla scelta del biologico che potrebbe agganciarsi proprio ai distributori già richiamati dalla costituenda cooperativa incaricata di gestire i terreni confiscati.
“La grandissima qualità dei nostri terreni – aggiunge l’assessore all’Agricoltura Domenico Battigaglia – ci permetterebbe infatti produzioni di primissima qualità. Ma per dare corso a questa alta vocazione per il biologico serve coesione, organizzazione. Serve la costruzione di un percorso che possa garantire ai produttori locali la gestione dell’intera filiera, per fare in modo che il valore aggiunto del processo di produzione, il guadagno, restino sul territorio”. Quella indicata attraverso la coltivazione biologica sui terreni confiscati, dunque, è l’indicazione di un percorso, di una scelta produttiva complessiva che potrebbe essere in grado di rivoluzionare il mondo agricolo di Isola Capo Rizzuto.