Bergamini, Procuratore Castrovillari: “ha subito una devastazione di tutta la zona del bacino”
Si fa sempre meno credibile la tesi secondo la quale Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza morto il 18 novembre del 1989, si sia suicidato. Bergamini, secondo quanto stabilì l'inchiesta condotta all'epoca dei fatti dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, si sarebbe ucciso facendosi investire volontariamente da un camion lungo la statale 106 jonica, a Roseto Capo Spulico. La tesi del suicidio sarebbe stata avvalorata dalle testimonianze della fidanzata di Bergamini, che era insieme a lui quando morì, e del camionista che era alla guida del mezzo che avrebbe investito il calciatore, provocandone la morte. – Lo scrive l’Ansa - Una serie di elementi che stanno emergendo dalla nuova inchiesta aperta sulla morte di Bergamini dalla stessa Procura di Castrovillari fanno vacillare la tesi del suicidio ed avvalorano sempre più quella che in realtà il calciatore sia stato ucciso. Trovano sempre maggiore riscontro, così, i sospetti sulle circostanze della morte di Bergamini che hanno sempre avuto i familiari del calciatore, originario di Boccaleone di Argenta (Ferrara). Il padre e la sorella di Bergamini, in particolare, non hanno mai creduto al suicidio e hanno presentato un esposto sulla base del quale è stata aperta la nuova inchiesta. L'ultima novità è che Bergamini fu evirato e morì dissanguato. È quanto si afferma in una perizia redatta nel 1990 dal medico legale Francesco Maria Avato che venne ignorata dai magistrati che hanno svolto la prima inchiesta sulla morte di Bergamini. Perché la perizia non fu presa in considerazione dagli inquirenti rappresenta un altro dei tanti misteri che circondano questa vicenda sulla quale, in tutti questi anni, si sono fatte mille ipotesi.
Per l'attuale Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Franco Giacomantonio, ''Bergamini ha subito una devastazione di tutta la zona del bacino. La perizia fatta a suo tempo non ha dimostrato che le lesioni subite dal giocatore, che sono quelle descritte, siano state provocate volontariamente, ma sono piuttosto la conseguenza di uno schiacciamento della zona del bacino da parte delle ruote di un mezzo pesante''. La presunta evirazione, cui sarebbe seguita la morte per dissanguamento di Bergamini, avvalora un tipo di movente in passato mai emerso, e cioè che il calciatore del Cosenza sia rimasto vittima di una vendetta per questioni legate a fatti sessuali e ad una relazione sentimentale che Bergamini avrebbe pagato con la morte. L'ipotesi sempre più credibile, in ogni caso, è che quella del camion sia stata una messinscena attuata attraverso una vasto giro di complicità che la Procura di Castrovillari sta cercando adesso di svelare. La circostanza che sta emergendo con sempre maggiore evidenza è che Bergamini, quando fu travolto dal camion, in realtà fosse già morto. A questa conclusione, tra l'altro, è giunto il prof. Roberto Testi, il perito nominato dalla Procura di Castrovillari, analizzando i reperti conservati in occasione dell'autopsia eseguita nel gennaio del 1990 dal prof. Francesco Maria Avato su delega dell'allora Procuratore di Castrovillari dopo che erano emersi i primi dubbi sulla tesi del suicidio del calciatore. Ciò che si attende, adesso, è l'informativa conclusiva dei carabinieri in merito alle indagini sulla morte di Bergamini che dovrebbe dire una parola definitiva sulle effettive modalità della morte del calciatore.