Tre arresti a Bologna per estorsione ai danni di un’ avvocato

Calabria Cronaca

L'irruzione nel suo ufficio con pistola e coltello, i pedinamenti giornalieri e le minacce telefoniche estese anche a moglie e figli per indurlo a consegnare in breve tempo somme di denaro sempre piu' ingenti: con questa ricostruzione i carabinieri del capoluogo emiliano hanno arrestato due bolognesi e un barese di eta' compresa tra i 44 e i 51 anni, accusati d'estorsione continuata e aggravata, rapina aggravata entrambe in concorso, detenzione e porto abusivo d'armi. Vittima un avvocato tributarista di Bologna di 55 anni. Il professionista, dopo aver subito violenze e minacce, avrebbe versato in 4 anni 174.500 euro a fronte di un prestito iniziale di 91mila.

Le misure di ordinanza cautelare in carcere emesse dal gip Pasquale Gianniti su richiesta del procuratore aggiunto Valter Giovannini e del sostituto Claudio Santangelo, sono state eseguite ieri mattina nei confronti di: G.D. 48enne, V.V. 51enne entrambi bolognesi ed il primo residente a Zola Predosa e V.A. 44 anni originario della provincia di Bari e residente nel capoluogo emiliano. Le indagini dei militari sono partite dalla denuncia dell'avvocato presentata in caserma lo scorso tre febbraio. Il professionista, esasperato dall'ennesima richiesta di denaro, ha raccontato di essersi rivolto a G.D. nel 2008. Questi gestiva una societa' immobiliare e si era avvalso di una sua consulenza di lavoro. L'avvocato, in difficolta' economiche, chiese e ottenne un prestito di 91mila euro.

In cambio consegno' assegni e cambiali (per 100mila euro) a garanzia del credito che gli sarebbero stati restituiti una volta pagata l'intera somma. Ma poi iniziarono i problemi con le prime telefonate minatorie nelle quali V.A. con uno spiccato accento meridionale lo informava che era intervenuta una famiglia legata alla 'ndrangheta calabrese. Un trucco per intimidire ulteriormente la vittima. Poi le minacce sempre al telefono. "Ti taglio la capa. O paghi o muori". Un crescendo di violenze, insomma, per annullare le iniziali 'resistenze' dell'avvocato. A meta' del 2010, infatti, G.D. (la persona con il ruolo principale nella vicenda) e il complice V.V entrarono nel suo ufficio. Uno con la pistola (un'imitazione ma senza tappo rosso) e l'altro con il coltello. Poi strapparono al tributarista le chiavi della sua auto di fatto requisita e ritrovata successivamente in un'officina del parmense. L'avvocato intanto, anche aiutato dalla sorella, era riuscito a saldare il debito iniziale consegnando 100mila euro.

Spaventato e 'braccato' giornalmente dai tre presunti malviventi diede loro altri 74.500 euro. Il bolognese 48enne arrestato pero' esibi' alla vittima altre cambiali per un totale di 300mila euro che lo stesso avvocato aveva firmato con altri creditori estranei a questa vicenda. Una circostanza che convinse il professionista a rivolgersi ai carabinieri. I militari sono al lavoro per verificare la possibilita' che altre persone siano rimaste intrappolate nel giro di estorsioni. Nel corso delle perquisizioni nelle abitazioni dei tre arrestati i carabinieri hanno trovato oltre a documenti, cambiali e assegni, anche la pistola giocattolo e due carte d'identita' false, trovate in possesso di G.D., altre due pistole e una carabina, (detenute con regolare permesso) e cinque coltelli rinvenuti a casa di V.V.