Federconsumatori su chiusura depuratore Crotone
"La Federconsumatori Calabria è impegnata sin dal 2008 nel far riconoscere il diritto del cittadino a ricevere il dovuto risarcimento qualora il processo di depurazione delle acque reflue (pagato anticipatamente nella bolletta dell’acqua) non venga espletato da chi è deputato alla gestione del servizio idrico. “A sancire tale diritto del cittadino – spiega il presidente di Federconsumatori Calabria Cinzia Mosella – è stata una sentenza della Corte costituzionale, la numero 335 del 2008, che in tema di tariffa del servizio idrico integrato dichiara illegittima la quota destinata alla depurazione “anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi” recita il dispositivo”. Ebbene, quando nel 2008 Federconsumatori si avvalse di questa sentenza della suprema Corte, lo face in considerazione della prima parte esplicitata nel dispositivo (ossia la mancanza di impianti di depurazione). All’epoca dei fatti, numerosi centri del Crotonese come Papanice, Mesoraca, Petilia Policastro, Santa Severina e Cirò Marina, pur non avendo una rete fognaria, pagavano nella bolletta dell’acqua la parte di tariffa riguardante la depurazione. Oggi, invece, Federconsumatori Calabria intende avvalersi della seconda parte del dispositivo: il malfunzionamento dell’impianto. In questo caso, per gli utenti della città di Crotone.
Ci si attiene, infatti, a quanto rilevato dalla Procura pitagorica attraverso le indagini e gli atti prodotti di recente che, lo scorso venerdì (11 maggio 2012), hanno permesso su disposizione del Gip di mettere i sigilli in via preventiva all’impianto di trattamento delle acque reflue urbane di località Papaniciaro per il suo malfunzionamento. Per ripristinare lo stato ottimale dell'impianto è stato nominato quale custode giudiziario dello stesso il sindaco Peppino Vallone che ha ricevuto dalla Procura il termine perentorio di 20 giorni per espletare tale compito. In questo frangente Federconsumatori, oltre a cercare di ottenere il riconosciuto diritto dalla legge a ricevere un risarcimento per il malfunzionamento dell’impianto, intende allo stesso tempo tutelare un altro diritto del cittadino che sta molto a cuore dell’associazione: la salute.
Visto che la Procura contesta nel provvedimento lo smaltimento irregolare dei fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue urbane che confluivano nel torrente Papaniciaro; e che quindi questi rifiuti speciali sono giunti in mare, anziché questi essere prelevati e trattati in discariche autorizzate; e che ciò avrebbe causato la moria di pesci registratasi la scorsa estate alla foce del fiume Esaro e nello specchio di mare a nord di Crotone; Federconsumatori chiede alla luce di tutto ciò di verificare lo stato di salute dei cittadini e gli eventuali rischi connessi a questa procedura irregolare di trattamento delle acque reflue".