Favorirono latitanza boss cosca Bellocco, due arresti

Reggio Calabria Cronaca

La polizia di Reggio Calabria ha arrestato Vincenzo Morabito, 45 anni, e Rocco Virgilio, 61, con l'accusa di favoreggiamento. I provvedimenti emessi dal gip su richiesta della Dda reggina, sono stati notificati in carcere. Morabito e Virgilio avrebbero favorito la latitanza di Rocco Gaetano Gallo, esponente della cosca Bellocco di Rosarno, arrestato il 28 aprile scorso mentre stava pranzando con loro due, collaborando nella cura dei suoi affari e offrendogli copertura.

I due avrebbero collaborato attivamente con Gallo nella cura dei suoi interessi ed affari, offrendogli così il modo e la copertura per attendere a ciò senza esporsi all’attenzione dell’autorità di polizia, reato aggravato dall’art. 7 legge 103/91 per aver agevolato l’attività dell’associazione di stampo mafioso di riferimento. In particolare, Rocco Virgiglio, titolare della ditta “Campo Verde di Rocco Virgiglio” sedente a Candidoni in via Forestella si sarebbe messo a disposizione di Rocco Gaetano Gallo, nel periodo in cui questi trascorreva la latitanza, fornendogli appoggio logistico e l’utilizzo di una carta di credito intestata alla predetta società “Campoverde”. Parallelamente a Virgiglio, Morabito si sarebbe messo a disposizione del latitante gestendo, per conto suo, gli interessi economici dell’azienda VenetaFrutta S.r.l., utilizzando anche utenze telefoniche intestate a GALLO per trattare con clienti e fornitori ed incontrandosi con il fuggiasco presso il terreno a Candidoni, consentendogli di eludere le ricerche dell’Autorità

Il nome di Gallo è legato alla nota operazione antimafia denominata “Rosarno è Nostra”, che all’esito di un’articolata e complessa attività d’indagine svolta dalle Squadra Mobili di Reggio Calabria e Bologna il 22 luglio del 2009 aveva consentito alla Polizia di Stato di eseguire 6 decreti di fermo di indiziato di delitto, emessi dalle Direzioni Distrettuali Antimafia delle città sopra menzionate, nei confronti di altrettanti elementi di spicco della consorteria mafiosa facente capo alla famiglia Bellocco, ritenuti responsabili di aver fatto parte di un’associazione per delinquere di stampo mafioso operante in Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro e nel capoluogo emiliano.