‘Ndrangheta: titolari Società soddisfatti per “presenza” clan

Reggio Calabria Cronaca

I titolari della società Blue Call, ossia Tommaso Veltri e Andrea Ruffino, avrebbero "gradito" l'entrata della 'ndrangheta nella propria azienda. È quanto emerge dall'indagine che ha preso il nome dall'azienda call center e che ha visto in manette 23 persone all'esito dell'inchiesta delle DDA di Reggio Calabria e Milano. Pur non avendo apparenti legami con ambienti di criminalità organizzata, i due inizialmente si sarebbero convinti che la presenza di elementi della cosca Bellocco nella società Blue Call potesse tornare loro "utile" poiché avrebbe garantito loro una sorta di "immunità" da altri sodalizi mafiosi.

Con l'operazione "Blue Call", condotta stamane dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, e coordinata dalle DDA di Reggio e Milano, contro la cosca Bellocco di Rosarno, gli investigatori hanno scoperto, oltre all'infiltrazione della cosca nella gestione di una società di call center, anche una struttura criminale dedita alle rapina per conto della 'ndrina Bellocco.

La banda agiva come una struttura criminale organizzata di stampo mafioso, e sarebbe stata formata da Bartolo Angelo Ligato, Luigi Piromalli, Luigi Timpani, Francesco Zungri, Pasqualino Malvaso, Vincenzo Piromalli, tutti giovani coetanei direttamente dipendenti, sul piano operativo, da Francesco Bellocco.

La banda era dedita prevalentemente alle rapine a mano armata ai danni di commercianti ed esercizi pubblici, ed era diventata il braccio armato di Francesco Bellocco, occupato a reperire risorse economiche per finanziare la cosca. Dalle intercettazioni telefoniche è emerso che gli indagati sarebbero stati perfettamente consapevoli che i reati commessi per ordine di Francesco Bellocco erano da ricondurre alla paternità della cosca Bellocco. Gli stessi avrebbero anche provveduto ad assicurare il supporto logistico durante la latitanza di Francesco Bellocco.

In particolare è stata ricostruita minuziosamente una condotta di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena nei confronti del latitante operata dalla sua convivente Sabrina Gallo che si è presentata, il 26 agosto 2011, presso l'Ufficio Anagrafe del Comune di Rosarno per la registrazione della nascita della loro figlia, insieme ad un soggetto presentatosi con il nome di Francesco Bellocco ed in possesso della relativa carta d'identità intestata al latitante, ma che era in realtà una persona, allo stato non meglio identificata, che si era semplicemente "messa a disposizione" della consorteria.