Cosca Bellocco, confiscati i beni al cognato del presunto boss
La Polizia di Stato ha messo a segno un ulteriore attacco agli interessi criminali della cosca di ‘ndrangheta dei Bellocco, operante nella piana di Gioia Tauro e con ramificazioni nel Nord Italia.
Nella mattinata, come esito di una complessa attività investigativa svolta dalla divisione di polizia anticrimine e dal commissariato di Gioia Tauro e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia, è stato eseguito un decreto di confisca dei beni nei confronti di Vincenzo D’agostino di Rosarno e ritenuto esponente di spicco della cosca.
Il provvedimento arriva al termine delle indagini patrimoniali avviate dalla divisione anticrimine della questura sulla scorta di quelle condotte dalla squadra Mobile della stessa struttura e coordinate dalla Dda nell’ambito dell’operazione definita ‘Blue Call’. Nel novembre 2012, infatti, si era giunti ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 23 persone accusate di associazione di tipo mafioso, detenzione di armi da fuoco, riciclaggio, rapine e intestazione fittizia di beni.
D’Agostino risulta già coinvolto in un procedimento penale nell’ambito dell’operazione denominata ‘Tramonto’, e condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione per associazione di tipo mafiosa. In particolare gli è stato contestato di aver fornito un costante contributo all’associazione recandosi ai colloqui in carcere con il cognato, Carmelo Bellocco, di 70 anni, considerato il reggente dell’omonimo clan mafioso, aggiornandolo sugli avvenimenti più rilevanti e ricevendo le direttive da impartire agli affiliati alla cosca.
Il tribunale di Reggio Calabria , accogliendo le risultanze delle indagini patrimoniali, ha disposto la confisca di beni per un valore di 400mila euro, tra cui un’impresa individuale, la “Omnia calcestruzzi di D’Agostino Vincenzo” con sede a Rosarno; un appezzamento di terreno dell’estensione di 3.000mq sempre a Rosarno e due polizze assicurative.
L’autorità giudiziaria ha poi previsto per D’Agostino la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per anni tre.