Giornata di chiusura del progetto “Uccialì, il re di Algeri”
La storia di Uccialì vista dagli studenti di Isola e Le Castella. Sono stati loro, i giovani studenti della scuola media di Isola e dell’istituto alberghiero di Le Castella, i protagonisti del pomeriggio dedicato alla chiusura del progetto didattico “Uccialì, il re di Algeri”. Un progetto voluto dall’Amministrazione comunale di Isola Capo Rizzuto, che ha preso lo spunto dal romanzo storico che Santino Oliverio ha dedicato al suo celeberrimo conterraneo, offrendo col suo lavoro numerosi spunti di riflessione di ordine storico, sociologico, antropologico stimolati dalla vita del giovane castellese rapito dai turchi e poi diventato ultimo Re di Algeri.
Il pomeriggio si è aperto con l’esibizione dell’ottima orchestra della scuola media “Gioacchino da Fiore” di Isola Capo Rizzuto, che ha introdotto i saluti del sindaco di Isola Carolina Girasole. Il primo cittadino si è soffermato sui concetti di “bellezza e cultura come garanzia del futuro. Questi ragazzi splendidi – ha detto – all’opera in questo luogo bellissimo ci permettono di credere in un futuro migliore”. “Conoscere il nostro passato è fondamentale – ha aggiunto riferita al lavoro di Oliverio – perché se ci sono radici profonde l’albero crescerà più forte e solido”. Dopo il saluto del sindaco di Cutro Salvatore Migale, la parola è passata all’assessore comunale alla Cultura Guglielmo Liò, che ha spiegato ragioni e modalità del progetto. “Consapevoli del fatto – ha spiegato - che in pochi conoscessero la figura di Uccialì, abbiamo pensato di diffondere la coscienza del proprio passato attraverso il romanzo di Santino Oliverio. Abbiamo, quindi, messo a disposizione delle scuole un certo numero di copie del libro, sollecitandone la lettura e di seguito l’elaborazione di lavori ideati e realizzati dagli studenti”. Così i ragazzi della scuola media, introdotti dal dirigente Giannino Russo e da alcuni docenti, hanno letto i passaggi più significativi del libro proponendo un finale alternativo, e illustrato un quadro che rappresenta la figura di Uccialì a cavallo di due religioni. Gli studenti dell’Ipssar, invece, accompagnati dalla dirigente Maria Pia Ferrante e dagli insegnanti, hanno realizzato alcuni lavori multimediali: un fumetto sulla storia di Giovanni Galeni, una serie di slide sulle donne protagoniste del libro, un video che ricostruiva la battaglia di Lepanto e un testo concluso dall’illustrazione di una ricetta turca del 1500.
La trattazione più specifica dei temi del libro è stata affidata al professor Ulderico Nisticò, che ha affrontato il lavoro di Oliverio come opera letteraria più che sotto il profilo prettamente storico. “È il racconto di una storia che si dipana su un Mediterraneo privo di confini – ha spiegato – Un ottimo romanzo, in grado di offrire nuovi spunti ogni volta che lo si rilegge. Storie come quella di Uccialì in quel periodo storico sono frequentissime, ma il punto nodale di questo romanzo è questo personaggio ricchissimo di contraddizioni. Un uomo che ha dentro un pungolo che lo spinge a cercare sempre qualcosa di più, ma che alla fine, come tutti, si chiede se quello che ha avuto è stato frutto della combinazione di eventi o della sua sola volontà”. La parola è poi passata a Santino Oliverio, che ha raccontato la genesi del suo personaggio, e la ricerca costante di un uomo “che da ‘Alì il tignoso’ ha saputo diventare ‘Alì la spada’, l’ultimo re di Algeri, grazie ad un misto di intelligenza, curiosità, voglia di emergere e determinazione a volte anche violenta. La parte nodale del libro – ha poi confermato – sta tutta nell’incontro con la madre, da lui temuto e più volte rinviato. Un incontro che tira fuori tutte le lacerazioni di un personaggio vissuto a metà tra due culture, due religioni, due mondi. Un po’ come accade ai tanti migranti del mondo d’oggi”. Infine l’intervento dell’editore del libro, Franco Arcidiaco della casa editrice ‘Città del sole’, che ha rimarcato quanto sia importante “l’educazione alla lettura, a partire dalle scuole. Abbiamo deciso di puntare sulla nostra terra – ha spiegato – perché rediamo nelle nostre forze, nei nostri autori e nei nostri ragazzi. È l’unico modo per garantirci un futuro migliore”. Lo splendido pomeriggio si è chiuso con i saluti dell’assessore provinciale alle Attività produttive Alessandro Carbone, e con la consegna di targhe ricordo ai protagonisti del progetto.