Fondazione Campanella, appello dell’Ugl sanità
“In questa difficile fase di transizione, crediamo che l’onestà politica e amministrativa del presidente Falzea, del direttore generale Esposito e dell’attuale consiglio di amministrazione della Fondazione Campanella meriti il sostegno di tutti: forze politiche, sindacati, associazioni di volontariato e soprattutto dei cittadini”.
E’ quanto sostiene Vincenzo Ursini, segretario provinciale del comparto dell’Ugl sanità.
“Il grido di allarme - continua Ursini - lanciato ieri dal prof. Falzea e dal dottor Esposito deve indurre ciascuno ad una reazione immediata, perché la eventuale chiusura del Polo Oncologico sarà la sconfitta di tutte le forze sane della regione, di quelle forse che credono in una struttura sanitaria di eccellenza - perché questa è ormai la Fondazione - e che non possono pertanto consentire che alcuni interessi di parte prevalgano sugli interessi generali della collettività”.
Siamo alla resa dei conti, e tra qualche giorno comprenderemo certamente chi è contro la Fondazione e chi, pur avendo sempre sostenuto di voler tutelare i posti di lavoro dei 280 dipendenti, ha invece remato contro, dietro le quinte, creando continue difficoltà al consiglio di amministrazione e al management aziendale che - sfidiamo chiunque a dire il contrario - hanno sempre lavorato con impegno e grande professionalità”.
“Facciamo pertanto appello a tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, ma soprattutto a quei deputati che appena qualche mese fa si sono trovati tutti uniti nel chiedere una indagine parlamentare, invocando addirittura anche l’antimafia, contro - a loro dire - i “brogli elettorali” delle ultime elezioni amministrative cittadine. Ma facciamo anche appello al mondo ecclesiastico e a tutti i sindacati, anche a quelli che nel corso di questi anni non hanno dato certamente segnali di grande vicinanza ai lavoratori”.
“Al presidente Scopelliti e all’intero consiglio regionale - continua Vincenzo Ursini - chiediamo invece un segnale forte contro il governo centrale, mettendo sul tavolo Massici, se sarà necessario farlo, anche le loro dimissioni. Siamo convinti che il presidente della giunta e gli assessori contrasteranno ad ogni livello le decisioni commissariali, riaffermando il principio che questa regione ha già sopportato tagli consistenti e che pertanto la eventuale chiusura della Fondazione Campanella potrebbe provocare disagi sociali e reazioni a catena incontrollabili”.
“All’università e all’Azienda Mater Domini diciamo invece che è giunto il momento che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, mettendo una pietra sulla gestione del passato e cominciando a lavorare in sinergia con gli altri soggetti istituzionali, con un unico obiettivo: la difesa della qualità delle prestazioni e soprattutto dei posti di lavoro”.
“E’ giunto il momento – conclude Ursini – che il buon senso prevalga e che ciascuno faccia un passo indietro rispetto alle posizioni e ai privilegi sin qui avuti, perché l’incertezza dell’oggi impone sacrifici a tutti”.