Estorsioni: imprenditore vittima ma colluso con cosca mafiosa
Si chiama “Route 106” l’operazione della Polizia di Stato di Reggio Calabria contro le cosche della Locride e della Piana. Arrestati il boss del clan Cataldo di Locri ed esponenti delle cosche di Grotteria e San Procopio. Alle prime ore della mattinata odierna, personale della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Siderno (RC), ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in data 19 luglio scorso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria, in accoglimento della richiesta avanzata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di Antonio Cataldo, Massimiliano Fuda, Francesco Salvatore Fuda, Roberto Musolino e Natale Licari, ritenuti responsabili, a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione ed intestazione fittizia di beni.
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di PS di Siderno hanno consentito di evidenziare un inquietante spaccato della realtà economico imprenditoriale della Locride in cui opera anche la cosca Cataldo, intesa quale articolazione criminale territoriale attiva a Locri e paesi limitrofi. Le indagini hanno preso le mosse da un episodio di danneggiamento posto in essere mediante incendio in data 21 Febbraio del 2008 ai danni di alcuni mezzi d’opera dell’imprenditore Carlo Parasporo titolare della ditta “Ing. Carlo PARASPORO srl Costruzioni”, sedente in Locri, impegnato nella realizzazione dei lavori della nuova S.S. 106 (da cui prende il nome l’operazione di polizia), appaltati dalla società “Astaldi spa” nel tratto Ardore (RC) – Marina di Gioiosa Ionica (RC), dal momento che pochi giorni prima aveva stipulato un contratto di fornitura di calcestruzzi e che proprio il giorno successivo all’incendio avrebbe dovuto effettuare una prima fornitura al cantiere di Locri.
L’analisi dei fatti ha consentito agli investigatori di individuare immediatamente il contesto intimidatorio ed estorsivo riferibile alla criminalità organizzata, entro il quale andava ricondotta la causale che aveva determinato l’evento delittuoso. Le attività investigative disposte a verifica mediante lo svolgimento di molteplici servizi di intercettazione, sia telefoniche che ambientali, hanno consentito di ricondurre il grave danneggiamento patito da Parasporo all’operato delle cosche di ‘ndrangheta operanti sia a Locri (RC) che a Siderno (RC), nonché al “gioco” degli equilibri vigenti da tempo in quell’area, ben noti alla vittima da sempre ritenuto “amico” della cosca Cataldo.
Nel corso delle operazioni, è stato altresì eseguito il sequestro preventivo dell’impresa edile e movimento terra “Musolino Roberto” costituita il 24 luglio 2006 a Grotteria (RC), fittiziamente intestata a Roberto Musolino per eludere le misure di prevenzione patrimoniali, ma di fatto gestita da Massimiliano Fuda al fine di partecipare ai pubblici appalti.