Mercure: sit in immediato dei lavoratori della Centrale contro la chiusura dell’impianto
“Che Paese è mai questo? Non bastassero i problemi in cui ci troviamo per gli effetti di una crisi globale; non bastassero i problemi per una gestione precedente del Paese che a definirla allegra si rischia di passare per buonisti e che ha portato la gestione attuale a deliberare misure di “lacrime e sangue” per le famiglie, adesso ci si mette anche la burocrazia ad annullare quelle piccole cose buone che, nonostante le difficoltà, stavano vedendo la luce. – Lo si legge in una nota delle Segreterie Regionali Calabria Filctem-Cgil – Flaei-Cisl – Uilcem-Uil, Umberto Pisanti – Domenico Portaro – Gino Campana - Dopo anni di ricorsi e controricorsi dei signori del “NO” che, approfittando del fatto che non sopportano alcuna conseguenza quando non si vedono riconoscere le loro puerili ragioni, continuano a godere masochisticamente delle mancate occasioni di sviluppo, allungando a dismisura i tempi degli investimenti, col rischio di far fuggire le aziende che intendono investire sul territorio.
Nonostante tutto la Centrale del Mercure, sita nel Comune di Laino Borgo stava per essere riportata nelle condizioni di partire in produzione. Pronta per partire lo era già da sette anni, ma dopo un periodo così lungo di fermo, dovuto sempre ai ricorsi presentati, c’è stato bisogno di oltre un anno di manutenzione per rimetterla in sesto con conseguente ulteriore esborso economico a carico dell’azienda. Quando tutto sembrava procedere per il verso giusto, con la centrale pronta a dare inizio alla sua attività e queste Organizzazioni Sindacali già attive per contrattare le prime assunzioni di giovani del territorio, con aziende locali che già lavorano in centrale per i servizi e le manutenzioni, ecco intervenire questa incomprensibile sentenza del Consiglio di Stato che, solo per un vizio di forma, annulla tutto quanto fatto in precedenza.
I supremi giudici del Consiglio di Stato avessero riconosciuto un motivo tecnico che rendeva non compatibile la Centrale con l’ambiente, ce ne saremmo fatta una ragione, ma bloccare tutto per un vizio di forma è proprio difficile, se non impossibile, da accettare. I lavoratori elettrici, ma anche quelli delle ditte appaltatrici e quelli della filiera del legno sono pronti a ricorrere al Capo dello Stato per chiedere di non perdere questa speranza per quel lembo di territorio che è la Valle del Mercure. Non sarà certamente il periodo estivo e vacanziero a distrarci da questo pericolo che incombe sulle teste e sulle famiglie dei lavoratori che già da oggi sono in Stato di Agitazione”.