Proposta sugli impianti di risalita e sull’ex Esac Impresa
I sindacati sono d’accordo che la nuova agenzia Arsac sia pubblica, ma la riforma dell’Arssa così come ipotizzato dalla giunta regionale non ci convince perché troppo riduttiva nella sua strategicità. L’azione di ricerca e di divulgazione scientifica dell’Arssa va sicuramente rilanciata e rivisitata, affinché possa esprimere appieno le sue potenzialità. Ma lo sviluppo delle economia agricola va inserito in una visione più complessiva, collegandolo soprattutto al turismo e prendendo come asse portante gli impianti di risalita. Gli impianti a fune di Lorica e Camigliatello, difatti, possono diventare il vero motore di rinascita delle aree montane.
La nostra convinzione è rafforzata dalle politiche messe in campo da territori all’avanguardia nel turismo montano, pensiamo alla Francia, alla Valle d’Aosta, al Trentino, che stanno creando sinergie molto efficaci, appunto, tra economia agricola e turismo. Si tratta degli stessi territori che hanno reso pubblici gli impianti privati, partendo dal presupposto che il servizio pubblico, fuori dalle dinamiche di mercato, è maggiormente finalizzato a un servizio di qualità agganciato alla ricchezza complessiva del territorio. Tornando alla Calabria, gli impianti a fune di Camigliatello e Lorica, malgrado le carenze strutturali, secondo una stima prudenziale, hanno realizzato, insieme alle strutture connesse, quasi un milione di incassi e circa sessantamila presenze nella stagione turistica 2011-2012. Si tratta, quindi, di strutture dalle potenzialità eccezionali, soprattutto alla luce dello sblocco dei fondi Fas di 20 milioni, che dovranno essere investiti nell’ammodernamento di Lorica e nel collegamento tra i due impianti, consentendo agli sciatori, e non solo, di potersi spostare velocemente tra le due “capitali” del turismo silano. Il notevole finanziamento destinato alle due strutture, se ben gestito, potrebbe dare un significativo impulso alle presenze in Calabria, con un notevole effetto moltiplicatore sugli altri settori. Se gli impianti di risalita finora hanno rappresentato uno sbocco essenziale per l’economia agricola, per la ricettività, per l’artigianato, pensiamo a quale possa essere l’impatto per le zone montane dopo l’ammodernamento e il superamento delle carenze strutturali. Ci auguriamo che la Regione Calabria abbia avuto l’intuizione giusta nel ricapitalizzare i due impianti a fune. Ma per dare concretezza all’intuizione, bisogna innanzitutto scongiurare ogni rischio di gestione privatistica, decisione che non avrebbe alcun senso e renderebbe impraticabile l’investimento.
Inoltre, i fallimenti della gestione privatistica di strutture simili sul territorio sono sotto gli occhi di tutti. La nostra proposta è che gli impianti a fune di Camigliatello e Lorica diventino patrimonio inalienabile della Regione Calabria, affidandone competenza e gestione, insieme al relativo personale, alla nuova agenzia Arsac. Questo affidamento deve avvenire fin da subito, superando ogni ipotesi di competenza temporanea dell’Arssa in liquidazione: il finanziamento di 20 milioni non può essere gestito da un ente in liquidazione, sarebbe una contraddizione logica e giuridica. Ribadiamo, infine, che l’obiettivo finale deve essere quello di far diventare i due impianti di risalita lo strumento strategico dello sviluppo dell’area montana e dell’intera Calabria. Un’ultima, importante, proposta sindacale è relativa ai lavoratori dell’ex Esac impresa. Tutti i tentativi di riforma fatti in passato si sono arenati sull’inquadramento giuridico, pubblico o privato, di questi lavoratori. Il progetto della Giunta Scopelliti va nella direzione, sbagliata, di privatizzarne la figura giuridica. Al contrario, noi riteniamo che i dipendenti dell’ex Esac impresa hanno acquisito, dopo circa 30 anni di servizio, il diritto ad avere riconosciuta la funzione pubblica, in quanto gestiti da un ente sub regionale e con risorse esclusivamente pubbliche.
Per eliminare ogni incertezza, la loro esperienza e le loro capacità possono essere benissimo messe a disposizione della nuova agenzia Arsac, mentre nell’Arssa in liquidazione proponiamo che rimangano solo i lavoratori che andranno in pensione nei tempi previsti della gestione liquidatoria. I sindacati ribadiscono, infine, che la condizione imprescindibile di ogni riforma è che ci sia la necessaria copertura finanziaria.